Per prepararsi a diventare un soldato dell’Isis, il 39enne palestinese Abdel Salem Napulsi aveva cercato di formarsi una cultura navigando in rete. Su Internet aveva cercato istruzioni per l’uso di armi da fuoco, tra cui un lancia razzi e nel deep web «la possibilità di acquistare mezzi di trasporto pesanti come camion e pick un per montare armi da guerra.
Abdel Salem Napulsi, ritenuto collegato alla rete di fiancheggiatori di Anis Amri, il tunisino autore della strage del 19 dicembre 2016 al mercatino di Natale di Berlino che provocò 12 vittime, si è visto confermare oggi in Appello la condanna a 4 anni per auto-addestramento con finalità di terrorismo, un reato che per la prima volta in Italia è stato contestato proprio a Napulsi. La sentenza è stata emessa dai giudici della Corte d’assise d’appello di Roma, presieduta da Andrea Calabria con Giancarlo De Cataldo, che ha confermato la decisione che il gip capitolino Alessandra Boffi aveva assunto nel novembre dello scorso all’esito del rito abbreviato, formula che prevede lo sconto di un terzo della pena.
Durante un’operazione svolta dalla Digos a Roma e Latina, Napulsi venne raggiunto insieme ad un gruppo di autori di documenti falsi fermati tra Caserta e Napoli da un’ordinanza di custodia cautelare. Il gruppo, secondo gli investigatori, avrebbe favorito i progetti dell’aspirate terrorista. Il palestinese, dopo essersi votato al jihadismo, aveva iniziato a iniziato ad addestrarsi tramite la rete. Ad incastrarlo, il materiale trovato dagli investigatori sul suo tablet, trovato nell’appartamento che condivideva con altri stranieri.
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martedì, 4 Giugno 2019 - 16:42
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