Cardito, bimbo ucciso di botte: a processo il patrigno, che lo massacrò, e la madre che rimase a guardare

Tony Essobti Badre
Tony Essobti Brade, il 24enne che ha ucciso di botte il figlio di sette anni della compagna

Le grida di gioia di Giuseppe e della sorellina Noemi, le risate dei due fratellini mentre giocano. Poi un rumore, la testiera del letto che si rompe, le urla del patrigno di Giuseppe e Noemi, e l’orrore. Tony Essobty Badre, 24 anni, perde la testa e colpisce ripetutamente Giuseppe e Noemi, figli della sua compagna Valentina Casa. Li ho colpisce a mani nude, poi con una mazza. E’ una furia. Valentina, che è in casa, non muove un dito. Aspetta che tutto finisca. Ma quando tutto finisce su quell’appartamento di Cardito cala la morte.

Giuseppe, sette anni, è disteso sul divano, si lamenta dal dolore. Noemi piange, ma ha segni rossi da percosse dappertutto. Soprattutto sulle braccia, che ha cercato di usare come scudo. Tony, come se nulla fosse, esce di casa e si reca in farmacia per cercare di comprare medicamenti per i due bambini. Quando torna, in casa c’è sua madre che trova Giuseppe privo di vita e chiama immediatamente i soccorsi. E’ il 27 gennaio scorso.

L’ambulanza arriva in pochi minuti. Il corpo di Giuseppe viene caricato su una barella con un telo bianco sopra. Noemi, otto anni, è ancora viva. E viene portata in ospedale. Tony, invece, viene arrestato e accusato di omicidio e tentato omicidio. Interrogato dal pm, cerca di dissimulare la verità: dice che i bimbi sono caduti dalle scale. Ma i segni sui corpi dei due bambini raccontano un’altra verità. Una verità che neanche Valentina Casa decide di raccontare.

Sarà poi Tony, in sede di convalida del fermo, a spiegare quanto accaduto, a spiegare di avere aggredito i due figli di Valentina solo perché avevano rotto la testiera del lettino nuovo. “Ho perso la testa”, dirà al gip. E su Valentina, spiegherà che la donna non è stata sua complice, che non è rimasta a guardare. Ma anche qui la procura giungerà ad un’altra conclusione: Valentina viene lasciata libera e non indagata per diverse settimane; lei nel frattempo farà rientro a casa dei suoi genitori a Massa Lubrense. I pm attendono i risultati sul corpo di Giuseppe per capire se il bimbo sia morto subito o se sia deceduto dopo una lenta agonia. Aspettano di capire se e quanto tempo Valentina abbia avuto per intervenire. E l’autopsia racconta che Giuseppe è morto dopo una lenta agonia: se Valentina avesse chiamato i soccorsi, forse Giuseppe si sarebbe potuto salvare. E si arriva così ad aprile, quando anche Valentina Casa finisce in prigione con le accuse di concorso in omicidio e tentato omicidio.

Durissime le considerazioni della procura e poi del gip sul suo conto: non solo la donna rimase “inerte” durante il pestaggio dei suoi figli, ma quando Tony smise di scaricare rabbia e odio su quei due corpi, lei provò «a ripulire il sangue uscito dalle ferite dei figli con dei teli lasciati in bagno, occultò all’interno della pattumiera le ciocche di capelli strappate dal compagno alla figlia». Una condotta spregevole. Valentina e Tony sono ancora in prigione, i giudici del Tribunale del Riesame hanno confermato per entrambi la misura di custodia cautelare in carcere. E dal carcere i due attenderanno il processo. La procura della Repubblica di Napoli Nord ha chiuso le indagini ed ha ottenuto il giudizio immediato. Si va in aula, per l’apertura del dibattimento, il 30 settembre: il processo sarà presieduto dai giudici della terza sessione della Corte di Assise di Napoli. Entrambi dovranno rispondere di omicidio e tentato omicidio con le aggravanti dei futili motivi, della crudeltà e dell’abuso delle relazioni domestiche. Tony Brade dovrà rispondere anche di maltrattamento dei tre figli della compagna.

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sabato, 24 Agosto 2019 - 09:53
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