Camorra, inchiesta sulla pen drive dei misteri del boss Zagaria: prima udienza al processo al poliziotto Vesevo

Zagaria
Il boss Michele Zagaria

Prima udienza questa mattina, al tribunale di Napoli Nord, del processo a carico del poliziotto Oscar Vesevo, accusato di aver fatto sparire la pen drive del boss Michele Zagaria dal covo nel quale il capoclan dei “Casalesi” fu stanato il 7 dicembre 2011, in via Mascagni, a Casapesenna (Caserta). Vesevo, accusato di peculato e corruzione con l’aggravante mafiosa, e di accesso abusivo ai sistemi informatici, era stato rinviato a giudizio il 29 maggio scorso; è tuttora in servizio.

All’epoca dei fatti contestati Vesevo era in forza alla sezione Catturandi della Squadra Mobile di Napoli. Secondo il pm antimafia Maurizio Giordano – che ha coordinato l’indagine, partita dopo l’arresto del boss – nella pen drive, un supporto incastonato in un ciondolo a forma di cuore della Swarovski, ci sarebbero stati i segreti del boss.

Nei mesi scorsi Vesevo (difeso dall’avvocato Giovanni Cantelli) è stato assolto, sempre nell’ambito dell’inchiesta sulla pen drive, l’imprenditore Orlando Fontana, ritenuto colui che avrebbe acquistato per 50 mila euro la pennetta. Per i giudici non fu raggiunta la prova dell’acquisto.

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lunedì, 14 Ottobre 2019 - 13:17
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