Le sue condizioni di salute, data l’età avanzata, sono incompatibili con il carcere. E così, benché a suo carico vi sia un quadro indiziario granitico, ha potuto fare ritorno a casa. Carmine Montescuro, l’uomo che per 30 anni è stato il mediatore nei grandi conflitti della camorra ritagliandosi a sua volta la gestione di grossi affari illeciti, come le estorsioni nel Porto di Napoli, ha lasciato il carcere di Secondigliano dove era stato associato per effetto dell’inchiesta battezzata “La piccola Svizzera”.
Il giudice per le indagini preliminari Ferrigno del Tribunale di Napoli, che aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ha deciso di attenuare la misura restrittiva e di concedere all’indagato i domiciliari. L’istanza di sostituzione della misura è stata avanzata dall’avvocato Edoardo Cardillo. Montescuro è accusato di una sfilza di reati che vanno dall’associazione di stampo mafioso all’estorsione.
Determinati sono state le intercettazioni ambientali che hanno consentito agli inquirenti di catturare conversazioni eloquenti sugli affari illeciti, conversazioni che hanno avuto per protagonista proprio Carmine Montescuro e il suo braccio destro Nino Argano.
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lunedì, 4 Novembre 2019 - 17:27
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