Rivoluzione Mibact, nascono i musei autonomi: c’è anche la sfortunata Biblioteca Girolamini di Napoli

La biblioteca dei Girolamini

Una nuova rivoluzione in casa Mibact. Il Ministero della Cultura e del Turismo vara i musei autonomi.  Saranno sette e sono in tutta Italia: dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna al duo Vittoriano-Palazzo Venezia a Roma, dal Museo Nazionale d’Abruzzo al Museo archeologico Nazionale di Cagliari, dal Palazzo Reale di Napoli al Museo Nazionale di Matera, fino al Parco Archeologico di Sibari, all’Archivio di Stato ed alla Biblioteca Girolamini di Napoli che diventa Biblioteca Nazionale.

Arrivano poi tre nuove soprintendenze archivistiche e bibliografiche, la Soprintendenza Nazionale del Mare (fino ad oggi c’era solo quella siciliana fondata da Sebastiano Tusa) la Direzione generale per la salvaguardia del patrimonio o l’Istituto per la digitalizzazione del patrimonio, la cosiddetta Digital Library, viene ripotenziato il settore demo etno antropologico (ci sarà un istituto centrale per il matrimonio immateriale). I poli museali diventano direzioni regionali. A livello centrale viene rafforzata la Direzione Generale Creatività contemporanea che si occuperà di rigenerazione urbana, periferie, industrie culturali e creative, fotografia, design, moda. Per il ministro Dario Franceschini «è una ambiziosa sfida verso il futuro».

Particolarmente simbolica, e lo dichiara lo stesso Franceschini, la decisione di inserire nella lista anche la Biblioteca Girolamini, in passato oggetto di saccheggio da parte dell’allora direttore Massimo Marino De Caro, che ha portato via numerosi libri antichi. Per questo De Caro è stato già condannato in via definitiva a 7 anni per peculato, mentre è sotto processo per associazione per delinquere finalizzata al peculato. Dalle indagini è emerso che De Caro ha donato alcuni dei libri antichi sottratti dalla biblioteca dei Girolamini all’ex senatore Marcello Dell’Utri, che oggi è imputato a Napoli per peculato. Dell’Utri ha restituito tutti i volumi in suo possesso ad eccezione della preziosa ‘Utopia’ di Tommaso Moro che non si trova più. Dell’Utri sostiene di avere ignorato la provenienza illecita dei volumi, ma la procura è di diverso avviso.

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mercoledì, 4 Dicembre 2019 - 11:27
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