Plebiscito per Boris Johnson. Questo, in estrema sintesi, l’esito delle elezioni britanniche svoltesi ieri che hanno consegnato all’attuale premier ed ai tory una ampia maggioranza assoluta a Westminister. Per Johnson le chiavi di Downing Street per altri cinque anni e soprattutto il via libera all’uscita della Gran Bretagna dall’Europa. La Brexit diventa inevitabile a tre anni dal referendum con cui i britannici votarono per l’addio all’Unione.
I numeri parlano chiaro: i conservatori hanno 361 seggi su 650, i Labour di Jeremy Corbin ne hanno racimolato 203, molto peggio delle aspettative, ed il leader labourista, pur non dimettendosi, ha dichiarato che alle prossime elezioni non ci sarà, restando da parlamentare in una difficile fase di riflessione per il suo partito. I liberal democratici hanno ottenuto 11 seggi ma perso la loro figura di spicco: la leader Jo Swinson non è stata rieletta e non potrà — per legge — guidare il partito.
Positiva la reazione per la sterlina, che vola, ma il risultato delle elezioni britanniche mette gli europei di fronte ad un dato incontrovertibile: il voto ai conservatori ed al loro leader convinto anti europeista è una risposta netta a chi contava che le cose fossero cambiate. In terra britannica, però, non è tutto così facile: la Scozia, forte anche dei 48 seggi conquistati dal partito scozzese, paventa la secessione.
Il primo commento autorevole al risultato di Boris Johnson è stato quello del presidente degli Stati Uniti Donald Trump attraverso un tweet: «Congratulazioni a Boris Johnson per la sua fantastica VITTORIA! – ha cinguettato Trump – La Gran Bretagna e gli Stati Uniti saranno ora liberi di concludere un nuovo vasto accordo commerciale dopo BREXIT. Questo accordo ha il potenziale per essere molto più grande e più redditizio di qualsiasi accordo che potrebbe essere fatto con l’Ue».
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venerdì, 13 Dicembre 2019 - 07:57
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