Botta e risposta tra penalisti e magistrati sul ‘caso Davigo’. L’ex pm di ‘Mani pulite’ oggi Presidente della II Sezione Penale presso la Corte di Cassazione e membro togato del Consiglio superiore della Magistrura è stato scelto dal Csm per tenere il suo intervento in occasione della cerimonia in rappresentanza appunto dell’organo di autogoverno delle toghe. Al suo fianco, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Ma questa decisione è stata mal digerita dai rappresentanti della Camera penale di Milano. Alla protesta dei penalisti ha risposto l’Associazione nazionale magistrati, stigmatizzandola.
Alla difesa di Anm ha risposto l’Unione delle Camere penali: «Il problema – si legge in una nota – si è creato solo perché da tempo il predetto magistrato si produce in esternazioni che per forma e sostanza superano ogni limite di accettabilità, anche e soprattutto in funzione della sua carica di Consigliere del Csm». Davigo è accusato dai rappresentanti dell’Unione di «sistematiche e reiterate espressioni di aperto contrasto verso il principio costituzionale della presunzione di innocenza» che offendono «la figura e la funzione dell’avvocato difensore» e di «ridicolizzazione della funzione giurisdizionale».
Una «incontinenza dialettica e di dichiarato contrasto rispetto ai principi costituzionali» su cui, continuano i penalisti «ci si sarebbe attesa non già una tutela di colleganza, ma una ferma presa di distanza».
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giovedì, 30 Gennaio 2020 - 09:51
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