Il decreto ‘Cura Italia’ interviene anche nella vita ‘burocratica’ del Paese, introducendo alcune novità. Una per esempio riguarda i documenti di riconoscimento e di identità: per questi infatti la validità è prorogata fino al 31 agosto del 2020, mentre la validità ai fini dell’espratrio – cita sempre il provvedimento del Consiglio dei Ministri – resta limitata «alla data di scadenza indicata nel documento».
Sono considerati documenti di riconoscimento tutti i documenti muniti di foto del titolare e rilasciati da una Pubblica amministrazione (sia su carta che su supporto magnetico ed informatico). Per documento di identità si intende la carta di identità ed ogni altro documento munito di fotografia «rilasciato, su supporto cartaceo, magnetico o informatico, dall’amministrazione competente dello Stato italiano o di altri Stati, con la finalità prevalente di dimostrare l’identità personale del suo titolare» ed il documento di identità elettronico; per documento di identità elettronico il documento analogo alla carta d’identità elettronica «rilasciato dal Comune fino al compimento del quindicesimo anno di età».
Si introducono inoltre delle disposizioni a tutela dei lavoratori delle Poste e di chi riceve posta. Dunque dalla data di entrata in vigore del decreto (18 marzo 2020) e fino al 30 giugno 2020 per le raccomandate, gli invii assicurati ed i pacchi (quelli per i quali è richiesta la firma del ricevente) nonché per lo svolgimento dei servizi di notificazione a mezzo posta, i postini potranno effettuare le consegne «mediante preventivo accertamento della presenza del destinatario o di persona abilitata al ritiro», e «senza raccoglierne la firma». Il plico, la raccomandata o il pacco vengono lasciati nella cassetta della corrispondenza all’indirizzo del destinatario (privato, azienda o ufficio), al piano o in un altro luogo dello stesso indirizzo indicato dal destinatario o dal delegato al ritiro. L’unico a firmare è il postino.
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mercoledì, 18 Marzo 2020 - 17:15
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