Le famiglie hanno bisogno di un aiuto concreto: soldi per comprare pane, latte, generi di prima necessità. L’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus sta mettendo in ginocchio il Paese, con un drammatico effetto domino che non risparmia nessun settore economico e finanziario e finisce per abbattersi sull’ultimo anello della catena, quella che già oggi, ad un mese dall’inizio dello stato emergenziale di Italia, dà segnali di sofferenza. I primi assalti ai supermercati si sono già registrati al Sud, ad esempio a Palermo.
Il Governo ha previsto un impegno economico sostanzioso, che arriverà ad una somma complessiva di oltre sei miliardi di euro in due trance. Intanto ‘concede’ a tutti i Comuni italiani una prima risorsa: 400mila euro che saranno gestiti direttamente dagli enti locali per dare buoni pasto e buoni spesa. In pratica per permettere alle famiglie bisognose di acquistare quello che serve per mangiare e tirare avanti.
Questi soldi arriveranno, ovviamente, anche nelle casse dei grandi e piccoli Comuni campani, capoluoghi compresi (in basso pubblichiamo la gallery con tutti i finanziamenti Comune per Comune destinati agli enti campani: cliccare col tasto destro ed aprire il link in un’altra scheda per la visione allargata). La parte da leone ovviamente la fa Napoli cui spetteranno oltre 7 milioni di euro. Ad Avellino vanno 309mila euro, a Salerno 784mila, a Caserta 445mila, a Benevento 413mila euro. Restando in Campania, ma soffermandoci sulla provincia di Napoli, la città del Vesuviano con il maggiore stanziamento è Torre del Greco (745mila euro); a Portici andranno invece 708mila euro, ad Ercolano 492mila, a San Giorgio 349mila euro, a Torre Annunziata 388mila euro. Nella città più popolosa della Provincia, Giugliano, arriveranno un milione 204mila euro, a Castellammare di Stabia spettano 553mila euro, a Pozzuoli 708mila euro, a Casalnuovo 474mila euro, a Cava de’Tirreni 436mila euro, a Scafati 459mila euro. I fondi andranno ovviamente anche ai piccoli e piccolissimi Comuni; si tratta di pochi soldi, come i 1660 euro per Valle dell’Angelo (235 abitanti nel Salernitano), poco più di 4mila euro a Sant’Angelo a Fasanella (542 abitanti nel Salernitano), 3322 euro a Montaguto (Avellino) che ha 387 abitanti.
Il meccanismo di distribuzione prevede che il 75% di questo stanziamento venga ripartito in base alla popolazione ed il 25% in base al reddito procapite dei singoli Comuni. Verrà tramutato dagli enti in buoni spesa per alimenti o buoni pasto per ottenere quei generi direttamente dal Comune. Spetta alle famiglie che non percepiscono altre forme di sostegno come il reddito di cittadinanza e più esposte al rischio derivante dall’epidemia.
Un Fondo di solidarietà alimentare – così è stato chiamato – chiesto a gran voce dall’Anci, l’associazione che riunisce i Municipi d’Italia ma già criticato dai sindaci di diverse Regioni perché ritenuto non sufficiente. Cateno De Luca, primo cittadino di Messina, lo ha definito «un gioco delle tre carte» da parte del Governo perché altro non è che l’anticipazione del Fondo di solidarietà, quindi sono soldi dei Comuni che sono stati solo messi a disposizione prima. Ai messinesi, fa i conti De Luca, spetteranno 7 euro a testa. Lo stesso presidente dell’Anci, Antonio De Caro, sindaco di Bari, parla di un provvedimento che «basterà per pochi giorni» ed i sindaci della Lega in Lombardia parlando di «promesse non mantenute» da parte di Conte.
Il provvedimento completo per tutti i Comuni italiani:
2020.03.29-2306-Lettera Bonaccini Presidenti RIavvio istr Schema OCDPC solidarieta alimentare.pdf (1)Leggi anche:
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lunedì, 30 Marzo 2020 - 12:22
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