Spesa e videopoker durante le ore di ufficio, 57 indagati nell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro


Mentre dovevano essere a lavoro, in realtà si trovavano a fare la spesa o a giocare al videopoker. Questo hanno scoperto i finanzieri del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Catanzaro rispetto alle condotte di 57 tra dirigenti e dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale catanzarese, stamattina destinatari di un avviso di conclusione indagini.

Si tratta dell’inchiesta ‘Cartellino rosso’, coordinata dalla locale Procura, che ha consentito di rilevare oltre 2100 episodi di assenteismo dal luogo di lavoro, falsa attestazione della presenza in ufficio dei lavoratori che avrebbero non effettuato all’incirca 1800 ore di servizio.

Nei confronti di 18 persone – i 15 sospesi, altri due ex dipendenti dell’Azienda ospedaliera e un ex dirigente dell’Asp tutti ora in quiescenza – è stato anche disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca delle somme di denaro corrispondenti agli stipendi illecitamente guadagnati durante i periodi di indebita assenza, per un importo totale di circa 20.000 euro.

I finanzieri, nell’ambito delle indagini, si sono avvalsi di telecamere installate negli uffici amministrativi dei due presidi sanitari. Quindi hanno proceduto a riscontrare gli episodi di assenteismo sia con controlli documentali che per mezzo di osservazione e pedinamento degli indagati.

Stando a quanto scrivono gli inquirenti, gli indagati si allontanavano dall’ufficio senza alcuna valida ragione, spesso usando ‘metodi’ fantasiosi per eludere il controllo del badge. In altri casi, invece, alcuni indagati, anche di rango dirigenziale, consegnavano il badge a colleghi o dipendenti compiacenti, affinché lo utilizzassero al loro posto per far rilevare falsamente la presenza dell’interessato.

In un caso, un dipendente, evidentemente intento a strisciare il cartellino per altri colleghi assenteisti, è arrivato a coprirsi aprendo l’ombrello all’interno della struttura, per evitare di essere ripreso da eventuali sistemi di videosorveglianza.    Gli indagati sono accusati di truffa ai danni di un ente pubblico e di fraudolenta attestazione della presenza in servizio, che, sottolineano gli inquirenti, comporterebbe, tra l’altro, il licenziamento disciplinare senza preavviso per i responsabili delle condotte assenteistiche.

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giovedì, 23 Aprile 2020 - 10:12
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