Silvia Romano la «neo-terrorista». E’ con queste parole, che alla Camera dei Deputati, il parlamentare siciliano della Lega Alessandro Pagano ha appellato la 24enne milanese rapita nel novembre del 2018 e ostaggio per quasi due anni dei terroristi somali di Al-Shabaab.
«Abbiamo assistito al funerale di un poliziotto, un figlio della patria che è morto… erano presenti 15 persone, nessuna autorità dello stato presente – ha detto in Aula, approfittando di avere preso la parola per illustrare un ordine del giorno al decreto Covid – Poi abbiamo osservato che quando è arrivata la neo-terrorista…». Parole subito stigmatizzate dal vicepresidente Mara Carfagna, che ha richiamato il leghista all’ordine: «Onorevole, credo che riferirsi a silvia romano come neo-terrorista è assolutamente improprio. La invito a non farlo in quest’aula». Dai banchi della maggioranza, e in modo particolare dalle fila del Partito democratico, si è sono levate forti proteste. Proteste alle quali ha dato voi Emanuele Fiano (Pd), intervenuto subito dopo Pagano, che ha definito «inaccettabili» le parole del leghista perché ha utilizzato l’Aula per «diffamare e calunniare una persona in termini di codice penale, una persona che è stata 18 mesi prigioniera dei terroristi».
Carfagna ha a sua volta ribadito di aver già ripreso Pagano e che le sue parole sono «inaccettabili». «Evidentemente – ha concluso – l’onorevole Pagano se ne assume la responsabilità». Protesta anche il deputato Pd Filippo Sensi che poi su twitter racconta le parole di Pagano e commenta: «Il vomito».
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mercoledì, 13 Maggio 2020 - 11:34
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