Camorra, libertà lampo per il ras Bosti: torna in cella dopo la scarcerazione anticipata e il risarcimento danni

Il ras Patrizio Bosti

E’ durata solo pochi giorni la libertà di Patrizio Bosti, esponente di spicco del clan Contini e braccio destro del boss Eduardo Contini ‘o romano. La procura generale di Parma ha emesso un ordine di carcerazione per un residuo pena che Bosti deve scontare sulla condanna a 6 anni, 8 mesi e 7 giorni di reclusione che avrebbe dovuto espiare. Il provvedimento è stato eseguito dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli. Bosti era sottoposto alla libertà vigilata dopo avere ottenuto la scarcerazione in anticipo sul fine pena.

Sessantadue anni, Bosti – una lunga carriera criminale – stava scontando un cumulo di pena a 30 anni di reclusione complessivi, frutto di otto sentenze di condanna per reati che vanno dall’associazione di stampo mafioso, all’omicidio, passando per le scommesse clandestine ed episodi estorsive. In carcere ci sarebbe dovuto rimanere sino al 2023. Ma pochi giorni fa è tornato a casa, lasciandosi alle spalle anche il regime di 41bis cui era sottoposto. La scarcerazione anticipata poggia sia sullo ‘sconto’ previsto dalla liberazione anticipata (legge Gozzini) ma anche sul beneficio che gli è stato riconosciuto sulla base di una norma introdotta nel 2014 in favore dei detenuti che hanno subito in cella un trattamento «inumano e degradante», ossia in violazione con l’articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo. Bosti, infatti, aveva eccepito – rispetto al ‘soggiorno’ in alcuni penitenziari (tra i quali Poggioreale, Regina Coeli e Rebibbia) – di essersi trovato in celle o troppo piccole o troppo affollate, lamentando anche problemi di malfunzionamento del riscaldamento o dell’acqua calda. Tutte circostanze documentate. Così il magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia gli ha dovuto riconoscere 286 giorni di liberazione anticipata a titolo di riparazione per i 2868 giorni trascorsi in «condizioni di detenzione inumane e degradanti».

A questo ‘sconto’ il Tribunale di Sorveglianza di Bologna, a seguito di un ricorso presentato dalla difesa, ha aggiunto altri 974 giorni, il che ha consentito a Bosti di tornare libero anzitempo. Non solo: il Tribunale ha stabilito pure un risarcimento economico pari a 2672 euro. Tuttavia la libertà di Posti è durata solo pochi giorni. La procura generale ha infatti proceduto a un nuovo ricalcolo del fine pena notando che vi era stato un errore di conteggio.

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sabato, 16 Maggio 2020 - 19:13
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