Ad essere favoriti saranno i ristoranti e i bar più grandi, quelli con un locale interno ampio e magari un’area esterna in cui servire ai tavoli. Ma anche i piccoli, in base alle linee guidata stabilite dalla Regione Campania, e anche quelli che non hanno posti a sedere potranno ritornare a svolgere le proprie attività purché in sicurezza, grazie alla diminuzione dell’obbligo di distanza tra tavoli ad un metro e non a due come prevede invece la normativa nazionale.
Unico comune denominatore per ristoratori e titolari di bar: rispettare le regole, da quelle igieniche a quelle per il distanziamento, seguendo punto per punto le direttive regionali contenute nell’allegato 3 dell’ordinanza con cui la Regione dà via libera alla fase 2 anche in Campania. Regole redatte dall’Unità di crisi dopo una serie di incontri con le associazioni di categorie ed i tecnici esperti in materia, tradotte, per ristoranti e bar, in ventidue pagine fitte di disposizioni che consentiranno una «rimodulazione graduale e progressiva» delle attività. Ma guardiamole nel dettaglio.
Le distanze
Come detto, in Campania non vale la regola della distanza di due metri, ridotta ad uno per consentire anche a chi gestisce piccoli locali di tornare a fare affari in sicurezza. L’attenzione, peraltro, non è fissata sul distanziamento tra persone che siedono allo stesso tavolo ma tra tavolo e tavolo. Niente divisori trasparenti tra commensali, dunque, come in queste settimane si era azzardato nelle previsioni di ripartenza dei ristoranti e dei bar: ‘basta’ che il requisito del metro di distanza sia rispettato tra clienti (misurato schiena a schiena) e tra tavoli. Qualora non sia possibile, allora intervengono i divisori che dovranno però essere tassativamente di materiale non poroso, igienizzabile e sanificabile. Anche per la consumazione ‘al banco’ nei bar sarà necessario far rispettare la distanza di un metro tra cliente e cliente.
Impossibile consumare in piedi nei locali che hanno i tavoli, diverso invece il caso dei locali che hanno solo posti in piedi: in questo caso si potrà consentire l’ingresso ad un numero limitato di clienti per volta, in base alle caratteristiche dei singoli locali, in modo da assicurare il mantenimento di almeno un metro di separazione tra i clienti. Se il locale ha delle pertinenze esterne (piazzali, giardini etc) dovranno essere sfruttati al massimo. I clienti dovranno prenotare (online o telefonicamente) e delle prenotazioni i gestori dovranno tenere un elenco e conservarlo per 14 giorni (il tempo di incubazione del Coronavirus). In ogni caso, non sarà possibile accettare più clienti rispetto ai posti a sedere nel locale.
Tutto monouso
Una volta seduti, bisogna scordarsi la possibilità di ordinare piatti unici per tutti i commensali: esisteranno solo le monoporzioni. Vietatissimi i buffet. Per ogni tavolo dovrà essere predisposta una tovaglia monouso o, in alternativa, una tovaglia diversa per ogni cliente. I menù dovranno essere digitali o scritti su una bacheca oppure plastificati o ancora monouso. Dire addio, inoltre, a saliere ed oliere comuni, a bottiglie di maionese o ketchup o altri condimenti lasciati sul tavolo ed utilizzati da tutti, a snck per l’aperitivo consegnati in una sola ciotola. Tutto sarà monouso e monoporzione.
Controlli all’entrata
Evitare assembramenti inutili favorendo le prenotazioni online o telefoniche, quindi, ma sono anche altri i sistemi cui ricorrere per evitare rischi di contagio. Come la previsione di entrate ed uscite separate o, laddove non sia possibile, la presenza di qualcuno che disciplini ingressi ed uscite per evitare ‘folle’ e che controlli laddove necessario l’utilizzo della mascherina da parte dell’avventore (che potrà toglierla solo una volta seduto a tavola). Avventore a cui dovrà essere misurata la temperatura corporea con termoscanner e che non potrà lasciare la giacca o la borsa in un guardaroba comune, assolutamente vietato. Per garantire l’igiene, saranno predisposti dispenser di gel disinfettante all’esterno del locale e dei bagni.
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lunedì, 18 Maggio 2020 - 10:17
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