Il Covid è finito, può tornare lo spaccio di droga. Il messaggio, simile a quelli che in queste settimane hanno diffuso tanti negozianti ed aziende per annunciare ai clienti la riapertura dopo il lockdown, veniva però inviato dall’organizzazione di pusher sgominata a Roma, nel quartiere San Basilio, dai finanzieri del Gico. Dell’organizzazione faceva parte anche Paolo Pirino, il giovane già in carcere accusato in concorso con l’amico Valerio del Grosso di essere l’autore materiale dell’omicidio di Luca Sacchi, ucciso con un colpo di pistola alla testa davanti ad un pub lo scorso 23 ottobre. Sette sono complessivamente le misure cautelari emesse dal Gip nei confronti di altrettanti soggetti al termine di un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Dda di Roma.
«Ciao bello/a, siamo stati fermi per un po’ a causa del Covid 19 – scrivevano i pusher – comunque da domani alle 14 fino alle 2 di notte risaremo attivi con amichetti a 30 (mani o tmax a 230) e disponibili a raggiungerti dove sei. Siamo tornati al top top, chiamami». Questo era uno dei messaggi che l’organizzazione di San Basilio che consegnava la cocaina a domicilio ha inviato ai clienti per far sapere che finita l’emergenza sanitaria, l’attività riprendeva come prima.
La custodia in carcere è scattata per i fratelli Manolo e Samuel Billocci e per Paolo Pirino, mentre nei confronti di 4 corrieri che portavano la droga a domicilio – Sara Parisi, Noemi Marchionni, Marco Campanelli e Laura Lodi – sono stati disposti gli arresti domiciliari. Il sistema messo in piedi, scrive il gip nell’ordinanza, era «estremamente efficace, sia nell’ottica di facilitare la domanda che di ridurre i tempi e i passaggi al fine di soddisfarla, ma anche di minimizzare i rischi». I finanzieri del Gico del nucleo di polizia economico-finanziaria della finanza hanno accertato che l’organizzazione gestiva il call center per consegnare la droga in tutta Roma. Se ne occupavano pony express reclutati spesso tra i clienti in difficoltà economiche. La banda faceva dalle 30 alle 50 consegne al giorno, fino ad arrivare a 80 nei festivi: se al telefono chiedevano un ‘amico’, il call center mandava una dose, se il cliente chiedeva una ‘mano’, arrivavano 5 grammi di cocaina. Con questo sistema la banda intascava circa 15mila euro a settimana. Pirino e i fratelli Billocci, dice ancora il Gip, si erano così «ritagliati uno spazio operativo di tutto rispetto (atteso il giro di clienti e il ‘fatturato’ dell’impresa delinquenziale messa in opera) in un contesto già a fortissima presenza criminale di gruppi agguerriti e con superiore caratura malavitosa come il quartiere romano di San Basilio».
Nel corso delle indagini, Pirino ha anche tentato di investire due finanzieri. Era alla guida della sua auto, quando i militari gli hanno intimato di fermarsi. Lui invece ha accelerato, tentando di travolgerli.
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giovedì, 18 Giugno 2020 - 09:52
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