L’unica accusa rimasta in piedi è caduta. Dopo un braccio di ferro con il Csm che l’ha portato anche davanti alle Sezioni Unite della Cassazione, il pubblico ministero Henry John Woodcock esce pulito dal procedimento disciplinare sul caso Consip, inchiesta che lui e la collega Celeste Carrano avevano istruito a Napoli prima di trasmettere gli atti alla procura di Roma. La sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura (presieduta dal Consigliere Stefano Cavanna) ha assolto il magistrato dall’accusa di avere violato la consegna del silenzio imposta dall’allora procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, che dirigeva ad interim l’ufficio giudizio, e di avere parlato con la giornalista di Repubblica Liana Milella, affidandone alcune sue considerazioni sull’indagine, considerazioni divenute poi il cuore di un lungo articolo.
L’assoluzione chiude una seconda valutazione sul caso arrivata a seguito della decisione delle Sezioni Unite della Cassazione che, in accoglimento del ricorso di Woodcock, aveva annullato la sanzione della censura rispetto a questo episodio ritenendo il fatto di scarsa rilevanza e ordinando alla sezione disciplinare del Csm di rivedere la valutazione.
Con l’assoluzione Henry John Woodcock si lascia così alle spalle una tormentosissima pagina professionale. Dinanzi alla sezione disciplinare del Csm, il magistrato ci era finito con ben due incolpazione: oltre all’intervista mascherata, al pubblico ministero si contestava l’avete violato i diritti di difesa nei confronti dell’ex consigliere di Palazzo Chigi Filippo Vannoni, non iscritto nel registro degli indagati e interrogato come teste il 21 dicembre del 2016, senza l’assistenza di un avvocati e con metodi ritenuti lesivi della sua dignità. Rispetto a questa contestazione, Woodcock fu assolto durante il ‘primo’ giudizio disciplinare.
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giovedì, 18 Giugno 2020 - 12:46
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