Sono agli arresti domiciliari il sindaco Antonino Fiaccato, il vicesindaco e l’assessore allo Sport di Santa Caterina Villarmosa, comune di poco più di 5mila abitanti in provincia di Caltanissetta. Gli amministratori sono finiti nell’inchiesta della Procura Nissena sul presunto affidamento ‘per amicizia’ di appalti pubblici che ha portato questa mattina all’esecuzione di 16 ordinanze cautelari (tra amministratori, dirigenti, imprenditori) da parte dei carabinieri e della guardia di finanza.
L’accusa si concentra sulla concessione di lavori pubblici a imprenditori amici, ad alcuni degli indagati è contestata, tra l’altro, l’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione.I reati contestati agli indagati dalla Dda della Procura di Caltanissetta, a vario titolo, sono associazione a delinquere,
concussione, corruzione, turbata libertà degli incanti e falso ideologico, abuso di ufficio. Le indagini dei carabinieri e della Guardia di Finanza avrebbero fatto emergere «un perdurante
‘sistema concussivo-corruttivo’ al cui vertice si poneva il sindaco Fiaccato con il consapevole concorso di fidati collaboratori dallo stesso individuati e nominati anche quali componenti della Giunta Comunale in carica». Primo cittadino che, ricostruiscono gli investigatori, «’premiava’ chi l’appoggia nelle condotte illecite», «mentre emarginava dipendenti comunali e politici che si non piegavano al suo volere».
Scrive la Procura che dalle indagini è «emersa, in buona sostanza, una gestione familistica dell’intero Comune sotto la regia del Fiaccato che, suo piacimento, quasi si trattasse di un signore di epoca medioevale, distribuiva benefit e prebende agli ‘amici’, non esitando, al contrario, ad operare con minacce velate ed esplicite nei confronti di quei pubblici
funzionari che non si piegassero al suo volere». Il ‘sistema corruttivo’, ricostruisce la Dda Nissena, «era alimentato anche dalla compiacente e interessata platea di imprese e di professionisti attratti dalla possibilità di ottenere incarichi e conferimenti di lavori, servizi e forniture dallo stesso Comune in spregio ad ogni regola». Il meccanismo utilizzato è quello del conferimento degli appalti con il sistema dell’affidamento diretto-fiduciario, il
cosiddetto ‘sotto soglia’, in alcuni casi, sostiene l’accusa, «anche frazionando artatamente i lavori da affidare». Per la Dda, con questo sistema, il sindaco con la compiacenza di alcuni dipendenti del Comune «è riuscito negli anni a dirottare lavori pubblici per un ammontare complessivo di circa 7,5 milioni di euro a favore di imprese ‘gradite’ in cambio di
‘favori di ogni genere’ o appoggi politici».
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venerdì, 10 Luglio 2020 - 08:40
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