Evase dagli arresti domiciliari per raggiungere l’ex moglie, Maria Antonietta Rositani, che si trovava in un’altra regione e sfigurarla gettandole del liquido infiammabile in volto. Ciro Russo, residente a Ercolano (in provincia di Napoli), è stato condannato a 18 anni di reclusione all’esito del processo che si è definito con la modalità del rito abbreviato. Il giudice per le indagini preliminari Valerio Trovato del Tribunale di Reggio Calabria lo ha riconosciuto colpevole di tentato omicidio pluriaggravato, maltrattamenti in famiglia, uccisione di animali (il cagnolino della donna morì durante l’aggressione), evasione dai domiciliari. Nell’udienza tenutasi lo scorso 22 giugno il pubblico ministero Paola D’Ambrosio aveva chiesto 20 anni di reclusione. Russo è stato condannato al massimo della pena possibile alla luce dei reati contestati e del tipo di processo scelto, il giudizio abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena.
L’aggressione avvenne il 12 marzo dello scorso anno. Russo si trovava ai domiciliari a casa dei genitori a seguito di un’incriminazione per maltrattamenti ai danni della ex moglie. Quella mattina Russo si allontanò di casa, si mise alla guida della sua Hunday e raggiunse la città di Reggio Calabria, dove la moglie si era trasferita insieme ai due figli. Russo conosceva le abitudini della donna e così la sorprese nei pressi della scuola dove lei aveva accompagnato uno dei figli. Maria Antonietta era quasi ferma alla guida della vettura, quando lui la bloccò, dal lato finestrino Le versò della benzina adesso e le diede fuoco. Maria Antonietta, con una manovra disperata, provò a mettersi in salvo. La drammatica sequenza fu ripresa dalle telecamere. Russo venne arrestato il giorno seguente: aveva provato a scappare.
Russo era in aula al momento della lettura della sentenza. A pochi metri da lui anche la figlia, che si è costituita parte civile nel procedimento. «Lui ha rovinato la mia famiglia e ha rovinato mia madre. – ha commentato la ragazza – ma non solo fisicamente. Ci ha lasciato una crepa nel cuore con la quale dovremmo convivere per sempre. E’ stato come al solito, tranquillo e spavaldo. Mi ha guardato sempre con aria di superiorità, con quegli occhi di sfida fino all’ultimo. Lui è sempre stato così. Sembra che non ha capito cosa ha commesso. In questo momento ho sentimenti contrastanti, ma sono anche sollevata grazie a questa condanna».
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lunedì, 13 Luglio 2020 - 19:42
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