Un brusco addio all’estate per il Veneto su cui ieri si sono abbattuti temporali e nubifragi che hanno causato ingenti danni. Nemmeno il capoluogo Verona è stata risparmiata dalla furia del tifone mediterraneo che ha creato danni in almeno tre province. Considerevoli le conseguenze della violenta grandinata che nella città di Romeo e Giulietta, in particolare nelle zone più basse del Lungadige, ha trasformate le strade in sentieri ghiacciati, con tanti di pedoni e automobilisti bloccati. Sui social sono iniziate a girare immagini di devastazione, alberi abbattuti come birilli dal vento – se ne contano oltre 500 crollati – e persone costrette a mettersi in salvo con l’acqua che arrivava al petto.
Oltre 220 le chiamate alle centrali del Vigili del fuoco, 110 solo a Verona, dove sono giunte in soccorso anche colonne mobili dei pompieri da Venezia e Rovigo. Gran lavoro anche per la Polizia municipale, con tutte le squadre richiamate sul territorio. Fortunatamente, al momento non si contano feriti. Ma il calcolo dei danni si preannuncia ingente. Oltre a Verona, interessati dal nubifragio anche i comuni veronesi di San Pietro in Cariano, Castelnuovo del Garda, Lazise, Pescantina, Bussolengo, Sant’Ambrogio di Valpolicella; qui saranno da valutare le conseguenze della grandine sulla produzione vitivinicola. Poi il ‘tifone’ si è spostato verso est, investendo con altrettanta violenza Vicenza e Padova. Anche qui vento fortissimo, meno grandine però.
Luca Zaia ha annunciato la firma della dichiarazione dello stato di crisi per Verona e gli altri comuni del territorio scaligero. Il maltempo non ha risparmiato la montagna. Cortina è rimasta isolata da una frana di fango e detriti che ha invaso la strada statale 51 “di Alemagna”, all’altezza di Acquabona, puntualmente bersagliato con il maltempo dagli smottamenti che scendono dai versanti del Sorapis. Sul posto lavoreranno fino a notte il personale dell’Anas, per liberare il tratto dal fango e ripristinare il collegamento con la città ampezzana.
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lunedì, 24 Agosto 2020 - 08:52
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