Il procuratore aggiunto Raffaello Falcone resta al suo posto nell’organico della procura di Napoli, quello ottenuto il 31 gennaio del 2018 su delibera del plenum del Csm chiamato a coprire il posto lasciato vuoto dall’aggiunto Fausto Zuccarelli.
Finisce così la battaglia che era stata intentata da due candidati esclusi, Laura Triassi e Giancarlo Novelli, per vedere annullata quella delibera del Csm e ottenere la riapertura della pratica. Dopo avere ottenuto ragione sia dal Tar del Lazio che dal Consiglio di Stato (quest’ultima decisione risale a gennaio), Triassi e Novelli sono usciti dai giochi per ragioni diverse, lasciando così campo libero a Falcone. Lo scorso 3 luglio Laura Triassi, sempre a seguito di un braccio di ferro legale, ha ottenuto la nomina di capo della procura di Nola che il Csm aveva assegnato ad Annamaria Lucchetta, salvo poi dovere fare un passo indietro per l’intervento a gamba tesa di Tar e Consiglio di Stato. L’assegnazione di questo incarico, superiore a quello di procuratore aggiunto, ha fatto decadere la domanda presentata a suo tempo dal magistrato per il posto che fu di Fausto Zuccarelli.
In piedi restava il ricorso di Novelli, per anni pubblico ministero a Napoli (dopo una lunga esperienza a Torre Annunziata) e dal settembre del 2019 procuratore aggiunto a Catanzaro. Tuttavia il 21 luglio scorso, nel corso di un’audizione dinanzi alla Quinta Commissione (quella competente per gli incarichi direttivi e semidirettivi) chiamata a valutare il caso alla luce della sentenza del Consiglio di Stato, Novelli ha comunicato di non avere interesse a concorrere per il posto inizialmente reclamato, rappresentando di volte proseguire la propria esperienza semidirettiva presso la procura di Catanzaro. E così sulla strada di Raffaello Falcone sono saltati quegli ostacoli che rischiavano di allontanarlo dal pool ‘fasce debole’ della procura: segnato a questo punto il corso della pratica, passata al plenum del Csm che l’altro ieri si è limitato a ratificare la nomina di due anni fa senza troppi pensieri.
Entrato in magistratura nel 1993, Falcone – magistrato di grande esperienza e preparazione – è sempre stato in servizio alla procura di Napoli. Dal 9 gennaio 2001 al 19 gennaio 2011 è entrato a fare pare della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli: si è stato occupato dell’area geocriminale della provincia di Caserta e, quindi, di organizzazioni malavitose particolarmente efferate (clan dei Casalesi, clan Belforte, clan Massaro, clan Farina – Amoroso, clan Amato, clan Pagnozzi e clan Sparandeo). Dal febbraio 2018 Falcone ha assunto a Napoli le funzioni di procuratore aggiunto: coordina la IV Sezione Indagini “Violenza di genere e tutela delle fasce deboli della popolazione” che tratta, tra l’altro, reati violenti nell’ambito di relazioni familiari, delitti contro la famiglia, infanticidio, delitti di violenza sessuale, stalking, e altro.
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venerdì, 11 Settembre 2020 - 13:28
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