Il Coronavirus torna con prepotenza nei palazzi di procure e tribunali e la macchina della Giustizia rallenta ancora. Da Milano a Napoli le cronache rilanciano quasi quotidianamente nuovi casi positivi tra magistrati, avvocati e personale amministrativo, e adesso i responsabili della sicurezza nei Palazzi corrono ai ripari innalzando le misure già adottate nei mesi scorsi e in vigore sino ad oggi.
Da lunedì prossimo, nel Palazzo di Giustizia di Milano, dovrebbe scattare un piano di screening con tamponi rapidi. La decisione è stata presa dopo l’acuirsi dell’emergenza Covid e il numero di contagi che ormai non si contano più. Il piano di tamponi dovrà arrivare progressivamente a coprire le migliaia di persone che lavorano nel Palagiustizia. Solo in Procura ce ne sono circa 1000 e per ora soltanto tra i pm si contano 5 positivi, ma c’è la sensazione che altri contagi verranno presto accertati. Intanto, in Procura, da quanto è stato riferito, si sta cercando di gestire la situazione emergenziale intervenendo subito sui casi sospetti con l’allontanamento e con l’isolamento di tutti i contatti stretti. Una fase in cui, dunque, si riescono a gestire in pratica solo le urgenze dell’attività giudiziaria e la copertura dei turni e nella quale anche i procuratori aggiunti partecipano alle udienze se mancano i pm. Riunioni in videoconferenza sono in corso oggi tra i vertici degli uffici giudiziari per intervenire al meglio sulla situazione che si è creata, ma anche tra i vertici e i rappresentanti sindacali. Se ne terrà una, ad esempio, anche lunedì tra lavoratori e rappresentanti della Procura sul tema ‘smart working’. Nel frattempo, anche l’Ordine degli avvocati milanesi ha già siglato una convenzione con l’Irccs Policlinico San Donato-Gruppo San Donato «per l’effettuazione di uno screening per tutti gli iscritti». La situazione di allarme ha ovviamente inciso anche sulle udienze. Su disposizione del presidente del Tribunale milanese Roberto Bichi – in accordo col presidente dell’Ordine degli avvocati milanesi Vinicio Nardo, sentita anche la Questura – si torna ad utilizzare la modalità della videoconferenza per alcune udienze e in particolare per quelle della Sezione immigrazione sulla convalida o la proroga del trattenimento dei richiedenti asilo e dei cittadini comunitari destinatari di provvedimenti di allontanamento e che si trovano nei Cpr, i centri di permanenza per il rimpatrio. Sarà il giudice d’udienza a dare atto che si procede «con la partecipazione a distanza ‘per ragioni di sicurezza’, stante l’emergenza sanitaria» della pandemia Covid.
Situazione tesa anche a Napoli. I rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori hanno indirizzato, nei giorni scorsi, un documento al procuratore Giovanni Melillo e al dirigente amministrativo lamentando, a fronte dell’aumento di contagi, una scarsa incisività delle misure di sicurezza. In particolare nel documento si evidenzia: «l’assenza di provvedimenti volti a regolamentare l’accesso dell’utenza, l’intempestività e la superficialità nell’esecuzione delle attività di panificazione degli ambienti di lavoro interessati dalla contaminazione del virus e per ultimo, ma non per minore importanza, l’inosservanza delle procedure in caso di aspetta o accertata positività al Covid-19». Tutte note dolenti che secondo i sindaci hanno «contribuito notevolmente alla diffusione dell’infezione». Non solo: i rappresentanti dei lavori chiedono anche di conoscere il numero esatto dei positivi perché su questo, dicono, non vi è trasparenza. In procura non sono rimasti a guardare: il procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, che ha la delega per la sicurezza, ha disposto la sanificazione di tutti gli uffici occupati di pm. L’intervento durerà sino a domenica. Il procuratore Giovanni Melillo, invece, ha emesso un’altra circolare con la quale si introducono limitazioni agli accessi negli uffici (gli avvocati dovranno prendere appuntamento) e si potenzia l’utilizzo della trasmissione digitale di deleghe di indagini, di richieste di intercettazioni e di quelle di proroga. Abolite anche le riunioni in presenza, «salvo che per motivate ragioni» che le rendano assolutamente necessarie. Problemi vi sono però anche tra i giudici. La sezione Lavoro della Corte d’Appello resterà chiusa fino al 2 novembre per consentire la sanificazione e i dovuti controlli: un dirigente amministrativo che è stato in servizio sino al 19 ottobre è risultato positivo.
Le cose non vanno meglio a Catanzaro, dove un’avvocata è risultata è positiva. Il legale ha partecipato a un’udienza del 9 ottobre e avrebbe preso parte ad un’altra udienza tenutasi pochi giorni dopo dinnanzi ad un giudice della sezione civile del tribunale. A darne notizia, ieri, è stato il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro, Antonello Talerico. «Anche il fratello e collega dell’avvocato di Lamezia Terme già risultato positivo – ha detto Talerico – avrebbe avuto accesso nel tribunale di Catanzaro il 16 ottobre, sempre dinnanzi ad un giudice civile, al terzo piano del palazzo di giustizia». L’esito del tampone effettuato dall’avvocato di Lamezia Terme che ha avuto accesso al tribunale di Catanzaro dovrebbe arrivare oggi.
Problemi anche a Lecce, dove il presidente del Tribunale Roberto Tanisi ha disposto la sanificazione del quinto piano dello stabile di viale De Pietro, dopo che un avvocato de Foro di Lecce è risultato positivo al Covid. Il professionista ha scoperto di aver contratto il virus nel corso di un accertamento effettuato in ospedale per altri motivi nelle scorse ore. L’avvocato, pochi giorni fa, si era recato al quinto piano del Tribunale, dove si trovano le cancellerie dei Gip, e nelle ore successive avrebbe scoperto di essere positivo al contagio durante dei controlli in ospedale. Il professionista , asintomatico, è ora in quarantena fiduciaria.
Anche a Bari, nella giornata di ieri, si è proceduto alla sanificazione di tre piani del palazzo di via Dioguardi per l’accertata positività di una cancelliera del Tribunale. Si tratta del primo caso di contagio da Covid-19 negli uffici penali baresi dall’inizio della pandemia. La cancelliera, che sarebbe stata contagiata in ambito familiare, è andata in ufficio l’ultima volta venerdì della scorsa settimana. E’ in servizio in una cancelleria del terzo piano, dove hanno sede gli uffici giudiziaria del dibattimento penale. Il collega che lavora nella sua stessa cancelleria è in auto-isolamento. L’ufficio ha proceduto al tracciamento interno dei possibili contatti della lavoratrice comunicandolo al Dipartimento di prevenzione della Asl. In attesa di eventuali provvedimenti di isolamento fiduciario per altri lavoratori, al momento non è prevista alcuna sospensione delle attività di udienza o di cancelleria per i prossimi giorni.
venerdì, 23 Ottobre 2020 - 12:40
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