Ercolano, la consegna delle chiavi delle attività al sindaco. Buonajuto: «La crisi economica può fare più danni del Covid»

Un ristoratore consegna le chiavi del suo locale al sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto

La protesta (pacifica) per le strade di Ercolano. E poi la consegna simbolica delle chiavi della propria attività nelle mani del sindaco Ciro Buonajuto. Mentre a Napoli, dinanzi la sede della Regione Campania i ristoratori facevano sentire la propria voce con un singolare flash-mob (replicato in altre 20 città italiane), nella città degli Scavi commercianti e imprenditori si sono ritrovati uniti nella difesa del loro lavoro, quel lavoro messo a dura prova dall’emergenza sanitaria da Covid-19, dal primo lockdown e ora nuovamente calpestato dalle ultime stringenti misure del Dpcm entrato in vigore lunedì 26 ottobre. 

Leggi anche / Napoli, flash mob dei ristoratori davanti la Regione. Condurro de ‘L’Antica Pizzeria da Michele’: «Basta demonizzarci»

«Una rappresentanza dei commercianti, che oggi hanno manifestato per le strade della città di Ercolano, ha voluto consegnarmi le chiavi del proprio esercizio commerciale. Un gesto simbolico, ma che sottolinea lo stato di difficoltà che stanno vivendo i gestori dei bar e ristoranti, dopo l’entrata in vigore del nuovo Dpcm», spiega il sindaco Ciro Buonajuto (Italia Viva), di recente nominato vicepresidente nazionale Anci.

Leggi anche / A Ercolano duecento commercianti in piazza Trieste intonano l’inno di Mameli per protestare contro il lockdown

«Non vorrei che la crisi economica e sociale possa creare più danni del Covid19. L’ultimo provvedimento del Governo ha interessato una serie di attività commerciali che, all’indomani del lockdown, erano state obbligate a sostenere investimenti per adeguare le loro strutture. Sforzi e risorse che al momento appaiono inutili. Non è giusto che gli onesti paghino le stesse conseguenze di chi non se ne è fregato nulla», ha concluso Buonajuto che – anche intervenendo sul nostro giornale – si è sempre detto contrario ad un lockdown totale. 

Stamattina – come riportato in un altro servizio disponibile sul sito – commercianti e imprenditori si sono radunati in piazza Trieste e hanno fatto sentire la loro voce, esponendo striscioni e scandendo slogan come «libertà! libertà!» e «la gente come noi non molla mai!». In segno di solidarietà anche molti negozi di abbigliamento tra corso Italia, piazza Trieste, via Tironi di Moccia e nelle strade vicine sono rimasti chiusi. In piazza sono scesi anche salumieri, fiorai, parrucchieri e venditori del mercato del vintage a Pugliano. 

«Partecipiamo come commercianti per solidarietà. Anche noi soffriamo per il divieto di mobilità interprovinciale», ha commentato il presidente della cooperativa Mercato di Resina, Ciro De Gaetano. «Le persone ormai hanno timore d i entrare a far spese. I commercianti stanno sul filo del rasoio e chiediamo che il Governo ci elimini le tasse per l’anno 2020 e 2021 e dia un ristoro anche a noi. Tutti i settori del commercio sono in difficoltà. Nel periodo del lockdown sono stati fatti tantissimi sacrifici ma oggi è il buio».

mercoledì, 28 Ottobre 2020 - 16:02
© RIPRODUZIONE RISERVATA