La condanna a morte del boss Raffaele Cepparulo la firmarono il boss Ciro Rinaldi dell’omonimo clan e Michele Minichini, figlio di Ciro Minichini (pluricondannato per omicidio) e fratello di quell’Antonio ammazzato nel Conocal insieme a Gennaro Castaldi il 29 gennaio del 2013. E’ quanto emerge dagli atti dell’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero antimafia Antonella Fratello e condotta dai carabinieri, che questa mattina ha portato alla risoluzione dell’agguato ai danni del ras dei ‘barbudos’ nel corso del quale venne ammazzato l’innocente Ciro Colonna, di soli 19 anni. Cepparulo s’era alleato ai Mazzarella di San Giovanni a Teduccio, storica famiglia criminale del luogo da sempre in contrasto coi Rinaldi. Quest’alleanza aveva fatto drizzare le antenne ai Rinaldi, anche perché – a seguito di una serie di ‘stese’ sotto casa di Rinaldi e di Minichini – si era diffuso tra i Rinaldi e i ‘pazzignani’ il convincimento che Cepparulo stesse per tendere loro un agguato. Di qui la decisione di eliminare il ras dei ‘Barbudos’, anche grazie – è la tesi accusatoria – al contributo di Anna De Luca Bossa, matrigna di Michele Minichini: la donna, figlia della lady camorra Teresa De Luca Bossa e madre del defunto Antonio Minichini – abitava proprio nel palazzo dove insisteva il circoletto all’interno del quale Cepparulo e Colonna vennero ucciso. Né sfuggirà che quel circoletto era gestito da un altro parente della donna e che i killer entrarono dalla porta del retro che solitamente era chiusa.
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lunedì, 26 Marzo 2018 - 16:15
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