Il paradosso dei navigator: assunti per trovare lavoro agli altri, ora rischiano di restare disoccupati perché mancano fondi


Forse solo in una Paese come l’Italia può accadere che dei lavoratori assunti con concorso per aiutare a trovare lavoro rischino di diventare disoccupati. E’ quello che sta accadendo ai cosiddetti navigator, assunti dopo una procedura concorsuale nel 2019 e il cui contratto è in scadenza ad aprile 2021. Scadenza che deve fare i conti con l’assenza di fondi, non previsti nemmeno nella prossima Manovra, monopolizzata dai finanziamenti legati all’emergenza Covid.

La vicenda paradossale è raccontata questa mattina dal Corriere della Sera, che fa luce sulla situazione dei 2700 navigator che, dopo promesse di stabilizzazione e posto fisso, e dopo aver per mesi percepito lo stipendio senza di fatto lavorare (prima per mancanza di riorganizzazione dei Centri per l’impiego, poi per la pandemia) ora si trovano dinanzi allo spettro della fine del rapporto lavorativo. Nel disegno di legge di Bilancio, infatti, non sono previsti soldi per loro: i 10 milioni stanziati per Anpal, l’Agenzia per le politiche attive cui il Governo ha affidato i navigator, servono per altre attività e non per il rinnovo dei loro contratti. E non basterebbero comunque, visto che servirebbero al massimo per prolungare i contratti fino a fine 2021 e per massimo 500 navigator.  

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La situazione non è sfuggita comunque alla politica, in particolare al Movimento Cinque Stelle che è stato il promotore del reddito di cittadinanza prima (quello, sì, rifinanziato) e dei navigator dopo e che ora prova a correre ai ripari con un emendamento alla Manovra che prevede l’allungamento di un anno del contratto. Mentre si aspetta che magari la manna dal cielo arrivi dai soldi del Recovery Fund. In attesa che si comprenda cosa accadrà, i navigator si sono organizzati in una sorta di sindacato, ‘Anna’ (associazione nazionale navigator) per riprendere la battaglia, visto che già hanno dovuto manifestare subito dopo aver vinto i concorsi nelle diverse regioni perché, basti pensare a quanto avvenne in Campania, non venivano assunti. Avranno di sicuro una posizione da difendere, visto che hanno legittimamente vinto un concorso e non hanno fatto altro che partecipare a una selezione bandita a livello nazionale, ma si trovano in una situazione quantomeno grottesca: difendono un lavoro che, loro malgrado certamente, non hanno mai veramente svolto.

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giovedì, 26 Novembre 2020 - 11:23
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