La statuetta di Diego Armando Maradona è andata a ruba. Nonostante le porte delle botteghe nella via dei presepi siano chiuse da un mese e non è possibile perdersi fisicamente tra i gioielli creati dalle abili mani degli artigiani di San Gregorio Armeno.
«In 72 ore abbiamo avuto 75 richieste», racconta Marco Ferrigno, un’antica tradizione presepiale alle spalle, mentre mostra con orgoglio la riproduzione in miniatura del Pibe de Oro che ha fatto sognare Napoli. Le porte dei suoi tre punti vendita nella deserta San Gregorio Armeno sono socchiuse: il ritardo del ministero della Salute nell’aggiornare la ‘mappa del rischio’ ha fatto slittare la tanto attesa inaugurazione dell’ormai dimezzata stagione presepiale prevista per questa mattina, bloccando nel limbo dello sconforto Ferrigno e tutti i 36 artigiani che vivono del lavoro svolto con le proprie mani. Mani che impiegano uno o due giorni per creare statuine alte 20 centimetri. Statuine che sono opere d’arte. E che per il mondo intero racchiudono la magia del Natale. Una magia che si mescola al profano: ai meravigliosi pastori che tradizionalmente hanno un posto sul presepe si affiancano statuine che rendono omaggio, o fanno il verso, a politici, personaggi dell’attualità.
Così non poteva mancare Diego Armando Maradona, che a Napoli ha regalato due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana e una Coppa Uefa e che, con la sua morte improvvisa, ha spezzato i cuori dei grandi (che l’hanno vissuto) dei piccini (cui i padri ne hanno tessuto le lodi calcistiche). ‘Il Pibe de Oro’ è il ‘re’ di questa infausta stagione presepiale: in moltissimi hanno contattato telefonicamente gli artigiani per prenotare una statuina, superando così il divieto – imposto dalla zona rossa – di potere visitare le esposizioni e acquistare.
Anche Michele Buonincontro, cresciuto tra i presepi, ha voluto rendere omaggio al numero 10: Maradona ha un posto in prima fila nel negozio che per ora resta chiuso al pubblico.
E il calcio è il leit motiv profano dei maestri artigiani. Né poteva essere altrimenti considerato il legame viscerale dei napoletani per la maglia azzurra e per i propri beniamini. L’ultimo ‘arrivato’ è il mister Rino Gattuso, cui Marco Ferrigno ha voluto dedicare non soltanto una piccola statuina ma addirittura una statua a dimensione naturale, che fa capolino dalla porta semichiusa di uno dei tre locali. Statua a dimensione naturale anche per Ronaldo, e poi statuine di ogni altezza per celebrare Messi, Callejon e tanti altri campioni, non soltanto napoletani.
Spopolano anche i politici, finanche quelli internazionali: dalle vetrine spicca la chioma biondo platino dell’ormai ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Ma i protagonisti di questa stagione sono il premier Giuseppe Conte e il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca, che hanno segnato questo difficilissimo anno scandito dall’emergenza sanitaria da Covid-19 cui ha fatto seguito una preoccupante crisi economica. Michele Buonincontro e Marco Ferrigno hanno raffigurato il governatore con il lanciafiamme. Resiste anche la statuina del premier Giuseppe Conte, che però non è una novità dal momento che l’omaggio gli fu dedicato nel giugno di due anni fa quando divenne presidente del Consiglio dei ministri. «Tira di più il Conte allenatore», scherza Ferrigno. La vera novità invece è quella rappresentata dalle statuine dei medici, raffigurati con la mascherina (in alcuni casi bianca o tricolore) e con il camice (in alcuni casi bianca o tricolore): tutti stringono tra le mani, a mo’ di abbraccio, l’Italia intera. Un’immagine che parla da sola: «Loro sono i veri eroi – dice Ferrigno – E noi volevamo rendere loro un tributo». (maga)
venerdì, 4 Dicembre 2020 - 18:45
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