Anche i Comuni di Pompei e di Castellammare di Stabia finiscono sotto i riflettori della procura della Repubblica di Torre Annunziata nell’ambito dell’inchiesta che punta ad accertare le cause e il grado dell’inquinamento del fiume Sarno e del litorale stabiese.
I magistrati hanno incaricato i carabinieri del Comando Gruppo per la Tutela Ambientale di Napoli di effettuare un recupero di atti presso i due enti allo scopo di verificare la completa realizzazione delle reti fognarie; di accertare le cause del mancato collettamento delle reti fognarie esistenti ai depuratori comprensoriali; di verificare l’eventuale stanziamento di fondi pubblici per la realizzazione di tali opere e le modalità di utilizzo degli stessi. I due comuni, come evidenziato in una nota stampa della procura, sono dotati «solo in parte di reti fognarie» e gli accertamenti riguardano proprio «i lavori di completamento delle opere fognarie ed il loro collegamento al depuratore ‘Foce Sarno’ che, ad ultimazione avvenuta, consentiranno l’eliminazione degli scarichi delle acque reflue domestiche nell’ambiente, attualmente ancora esistenti».
I riflettori della procura oplontina, che sta lavorando in tandem con quella di Nocera Inferiore (per i territori di competenza), si sono già accesi nelle scorse settimane sui Comuni di Angri, Sarno, Scafati, Poggiomarino, Striano, Santa Maria la Carità, Corbara, Nocera Inferiore, Mercato San Severino, Boscoreale, Torre del Greco e Torre Annunziata.
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mercoledì, 9 Dicembre 2020 - 10:41
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