Il Movimento Cinque Stelle si rimangia la firma convinta apposta ai decreti sicurezza voluti da Salvini quando il leader della Lega era al Governo insieme ai grillini e aiuta il Pd a spingere nella fossa i provvedimenti. Non senza, ovviamente, provocare le reazioni del Carroccio e dei partiti di centrodestra, che hanno cercato di fare ostruzionismo con prima con oltre 13 mila emendamenti (mai discussi in realtà), poi con proteste contro la fiducia chiesta dal ministro D’Incà “troppo presto” cassando, secondo loro, la discussione. Parecchie le sospensioni d’aula. Parecchie le sospensioni d’aula. Il clou nel pomeriggio: finite le dichiarazioni di voto, è scoppiato un parapiglia tra striscioni anti Movimento Cinque Stelle srotolati dai leghisti, cori (‘Onestà, onestà!’ o ‘Buffoni’) e aggressioni definite “squadriste” dalla maggioranza. Il senatore questore Antonio De Poli, spintonato mentre cercava di mediare, è tornato a casa con una spalla lussata. Un assistente parlamentare si è ferito al ginocchio. Un parapiglia. Alla fine, in serata, il voto in Senato e l’approvazione del nuovo decreto sicurezza dopo due giorni ad alta tensione in aula: 153 i sì, 2 i no e 4 gli astenuti; il centrodestra non ha partecipato al voto.
Il provvedimento ha recepito le osservazioni fatte dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella al momento della promulgazione dei decreti Salvini sull’immigrazione, e ha eliminato le «norme manifesto» (una già cassata dalla Corte Costituzionale).
In base al nuovo testo per i migranti in Italia con permessi umanitari, il permesso può trasformarsi in quello ‘per lavoro’ se hanno un impiego. Inoltre non si potranno respingere stranieri che in patria rischiano persecuzioni politiche, tortura o per ragioni di razza, sesso e religione e anche se corrono rischi per «l’orientamento sessuale o l’identità di genere»: questa categoria di migranti potrà chiedere un permesso umanitario.
Quanto alle Ong, esse non sono più messe al bando: potranno svolgere la propria attività. Tuttavia il Viminale potrà vietare loro l’ingresso nelle acque territoriali se non hanno subito comunicato alle autorità competenti l’operazione di salvataggio dei migranti a bordo. Per le navi che non rispettano il divieto del Viminale sono sanzionate scattano multe da 10mila a 50mila euro (e non più da 150mila a un milione come nel ‘Salvini bis’). La multa scatta dopo l’intervento del giudice, che accerta l’eventuale reato.
Nei Centri verranno messe in atto “misure di prevenzione e vigilanza” sulla propaganda a favore di organizzazioni terroristiche jihadiste.
Il decreto contiene poi delle norme non collegate all’immigrazione. C’è infatti la cosiddetta ‘norma Willy’ intitolata a Willy Monteiro Duarte, il ragazzo ucciso di botte a Colleferro perché aveva cercato di difendere un amico da un’aggressione verbale: chi partecipa a una rissa multa fino a 2.000 euro. Se c’è un ferito o un morto, reclusione da 6 mesi a 6 anni (prima da 3 mesi a 5 anni). Nuova norma anche sul fronte delle carceri: al Garante dei detenuti vengono attribuiti i poteri per prevenire episodi di tortura nelle carceri (esempio, attraverso ispezioni). Infine le domande di cittadinanza (per matrimonio o dopo residenza regolare di 10 anni), devono avere risposta entro 24 mesi, prorogabili a 36.
venerdì, 18 Dicembre 2020 - 23:06
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