Pacchi alimentari «degli sfigati», si dimette sindaco leghista accusato di discriminare anziani e stranieri


Michela Rosetta, sindaco di San Germano Vercellese, ha rassegnato le dimissioni dopo l’arresto nell’inchiesta sulla gestione dei pacchi alimentari Covid nel suo Comune. Lo riporta l’Ansa. L’ormai ex prima cittadina leghista definisce le sue accuse « infondate, ingiuste e gratuitamente infamanti», annunciando poi, tramite il suo avvocato Roberto Capra l’addio al ruolo di sindaco della piccola comunità del Vercellese.

«Ho sempre agito nell’esclusivo interesse della popolazione – dichiara Rosetta – cercando di aiutare tutti coloro che versavano in condizioni di difficoltà e facendo buon uso dei denari pubblici». «Dopo molto tempo passato a prodigarmi per il bene pubblico è giunto il momento, per il rispetto che devo ai miei familiari è giunto il momento di concentrarmi nella difesa all’interno del processo che gli inquirenti vercellesi ritengono di voler portare avanti» aggiunge tramite il suo avvocato Rosetta, «convinta di non aver mai posto in essere condotte illecite e di aver sempre rispettato i principi e le regole della gestione di ciò che è pubblico».

L’inchiesta della Procura di Vercelli, basata anche su intercettazioni ambientali e telefoniche, ha portato a galla quello che sarebbe stato il comportamento discriminatorio del sindaco e di un ex assessore oggi consigliere comunale nella distribuzione degli aiuti connessi all’emergenza Coronavirus, ovvero i pacchi alimentari gestiti dai Comuni sulla base dei fondi erogati dallo Stato. Il sindaco, questa l’accusa mossa dagli inquirenti, avrebbe sfavorito alcuni concittadini, tra i quali anziani non autosufficienti e stranieri in difficoltà economica destinando loro derrate di valore inferiore rispetto a quelle invece recapitate ad altre famiglie, anche non aventi diritto all’aiuto.

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lunedì, 18 Gennaio 2021 - 17:11
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