Una settimana di ingiusta zona rossa è costato, al solo settore alberghiero lombardo, perdite di due milioni di euro almeno. Cifre fornite da Atr Confesercenti con cui il governatore Attilio Fontana e la sua task force anti-Covid dovranno fare i conti nel soppesare gli effetti di una vicenda che ha del paradossale e che vede ancora un gioco al rimpiattino tra Regione e Governo sulle rispettive responsabilità. Il caso grottesco è quello dei dati ‘errati’ che l’Istituto superiore della Sanità ha valutato per poi decidere di classificare in zona rossa la Lombardia. A dire che quei dati erano sbagliati, due settimane dopo che la Regione era finita nell’incubo del lockdown, era stata la stessa Lombardia che nei giorni precedenti aveva però ignorati che già diversi sindaci avevano sollevato la questione dei dati e dei calcoli errati.
Uno dei casi più lampanti è stato quello di Cesano Boscone, paese dell’hinterland milanese in cui si è passati da 430 a 1400 positivi e in cui lo stesso sindaco Alfredo Simone Negli ha segnalato lo svarione e con lui lo hanno fatto altri 17 primi cittadini. Stando a quanto ricostruito, proprio di svarione si tratta: nel computo dei positivi, in sintesi, sarebbero conteggiati come positivi tutti i casi di persone che sono state contagiate dal Covid da settembre a oggi, e non solo chi è attualmente alla prese con il virus. Una svista non di poco conto, collegata ai problemi, ammessi dalla stessa giunta lombarda, al sistema di monitoraggio che è chiamato ‘Cruscotto’ e che è andato in tilt la scorsa settimana, poi ‘aggiustato’ dall’azienda Aria che lo gestisce.
Peccato che, in questa precisa fase in cui dai dati precisi dipende la classificazione delle zone rosse, arancioni o gialle, una svista del genere è stata una batosta per la Lombardia. E inutili appaiono oggi, alla lettura della ricostruzione dei fatti, le coriacee prese di posizione di Fontana che continua ad accusare Governo e Istituto superiore della Sanità di avere dato una errata lettura dei dati. La sua sembra una arrampicata sugli specchi, visto che i dati vengono forniti dalla Regione e non c’è gioco di prestigio che tenga: il Ministero applica i suoi 21 parametri, una soluzione quasi algebrica in cui non c’è altra variante ‘umana’ valutabile (sistema peraltro contestato dallo stesso Fontana e dagli altri governatori per la sua rigidità).
A bastonare Fontana e i suoi è stato anche il sindaco della sua città più grande e che dalla zona rossa ha subito i danni maggiori su commercio e turismo. «Buttare in rissa la questione dell’Rt lombardo certamente contribuisce a non fare emergere la verità. E i cittadini lombardi, questa volta più che mai hanno il diritto di sapere come stanno le cose – ha dichiarato Giuseppe Sala – La cosa più semplice per chiudere la questione è che la Regione Lombardia faccia vedere i dati. Una cosa è chiara – aggiunge -. Il sistema è collaudato, essendo in funzione da mesi, una sola Regione (la Lombardia per l’appunto) sostiene che l’algoritmo di compilazione ha una falla mentre per tutte le altre Regioni ha sempre funzionato senza problemi. Possibile che ci abbia visto giusto solo la nostra Regione? La cosa più semplice per chiudere la questione – conclude – è che la Regione Lombardia faccia vedere i dati. Il calcolo dell’Rt è un fatto eminentemente tecnico, non politico».
«Non si può dire che l’errore sia partito da qui – conferma il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, intervistato a ’24Mattino’ su Radio 24 – Non siamo noi che diamo i numeri di positivi, sintomatici e quant’altro, i numeri ce li ha la Regione. I dati vengono dalle Regioni – ricorda Sileri – E’ la Regione che li comunica al ministero. Il ministero e l’Istituto superiore di sanità li analizzano e, in base ai parametri, danno il famoso ‘colore’. I dati non li producono ministero e Iss, i dati arrivano a noi”, ribadisce il viceministro. “Errori sono sempre possibili – precisa – Non c’è nulla di male nel fare degli errori, l’importante è riconoscerli e correggerli».
Nella vicenda, comunque, restano fermi dei dati di fatto. Come emerge anche da un carteggio via mail pubblicato su alcuni quotidiani, la Regione ha chiesto lei stessa il ricalcolo dell’indice Rtsintomi. Una mail inviata dal direttore generale Welfare Marco Trivelli all’Iss per chiedere la revisione dell’Rt in base a modifiche ‘tecniche’ . Una smentita vera e propria alle affermazioni di Fontana, che arriva direttamente da ‘casa sua’.
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lunedì, 25 Gennaio 2021 - 10:25
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