Si è concluso oggi il controesame del colonnello Luca Toti, teste al processo a carico di Pasquale Sario, Gaetano Desiderio e Sandro Acunzo, tre carabinieri accusati di avere reso favori all’ex ras di Boscoreale Francesco Casillo in cambio di informazioni necessarie per arresti eccellenti come la cattura del killer del tenente Marco Pittoni (ucciso nel giugno 2008 durante una rapina a Pagani) e del latitante Umberto Onda (elemento di spicco del clan Gionta di Torre Annunziata).
«Non ho chiesto al tenente Vecchio (per gli stessi fatti assolto in abbreviato, ndr) chi fosse la persona incontrata al porto di Mergellina per rispetto e tutela della fonte confidenziale», ha spiegato Luca Toti, attanagliato dalle domande delle difese, circa l’incontro avvenuto nel 2008 al porto di Mergellina tra lui, il suo vice e Franco Casillo ‘a vurzella. Anche se non diede alcun credito all’ex narcotrafficante: «Casillo si accreditò come partecipante alla cattura di Maresca (il killer di Pittoni), ma io sapevo che ci fu uno sforzo corale di Castello di Cisterna. Poi gli elencai un set di nomi di latitanti e lui non li conosceva. Mi sembrò molto fumoso». Di lì la drastica perdita di fiducia di Toti nei confronti del tenente. «Pensai fosse una sua boutade per fare bella figura nei miei confronti – ha continuato – Ne parlai con Paris che non mi chiese di fare relazioni ma confortò il mio giudizio dicendomi “fai bene, anche a me Vecchio non piace”».
Fino a metà settembre 2010, quando «Vecchio si mise in malattia perché si era creata una sfiducia tale da parte mia e di Paris che non è più rientrato in servizio». Il tenente era in cattivi rapporti anche con l’appuntato Sandro Acunzo: «C’era sicuramente acredine», tanto che per Toti «le intercettazioni tra Casillo e Acunzo potevano essere strumentalizzate» a danno di quest’ultimo. Vecchio sapeva che la procura militare aveva delegato all’allora comandante le indagini sull’appuntato per simulata infermità, truffa ai danni dello stato e diserzione aggravata. «Acunzo era in malattia da gennaio 2009, ma svolgeva l’attività di commerciante di vini. Volli dimostrare e dare elementi investigativi importanti per sostenere intercettazioni alla procura militare per dimostrare che era sia commerciante che pilota di rally», ha spiegato il testimone.
E sempre il militare oggi accusato fu al centro dell’incontro avvenuto nell’agosto 2010 in un bar di Posillipo con Vecchio e Giovanni De Caprio, storico avvocato del ras del Piano Napoli. «De Caprio disse che Acunzo avrebbe potuto commettere atti considerati verso Casillo. Registrai tutto». Ma l’ingresso di quella registrazione a dibattimento, chiesto dai legali degli imputati, è stato negato dal Tribunale «perché illegittima e illegale».
martedì, 25 Maggio 2021 - 18:03
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