Torino, Napoli, Firenze, Brescia. Quattro luoghi diversi, quattro vertenze di lavoro che rischiano di trasformare in un autunno caldissimo la stagione a venire. Quattro aziende straniere che hanno deciso di abbandonare l’Italia e così pure i loro dipendenti. Unica novità positiva, in questo panorama deprimente, riguarda la brasiliana Embraco a Torino, perché la curatela fallimentare ha deciso di bloccare i licenziamenti dopo l’accordo con il Governo.
Qui Torino
Ieri è infatti arrivato l’accordo tra Mise, Regione Piemonte, parti sociali e curatela: si è deciso di prorogare la cassa integrazione per i 391 dipendenti. «Il primo obiettivo è stato raggiunto – ha dichiarato l’assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino – è stato un percorso ad ostacoli, ma con responsabilità comune si è riusciti nell’intento di tutelare quanto più possibile i lavoratori. Il via libera di oggi (ieri ndr) consente alle 391 famiglie di tirare un momentaneo sospiro di sollievo. La cassa integrazione prolungata è soltanto temporanea, adesso bisogna che il Mise corra sul piano industriale».
Qui Brescia
Se a Torino spirano venti di ottimismo, almeno al momento, a Brescia la situazione è esplosiva. Qui, come gesto solidale verso i lavoratori della Timken di Villa Carcina che sono a rischio licenziamento, i sindacati hanno indetto 4 ore di scioper in tutte le fabbriche metalmeccaniche; la Timken ha 106 lavoratori che rischiano di andare a casa dopo l’annuncio della multinazionale statunitense di voler chiudere lo stabilimento. Sul caso è stata presentata anche un’interrogazione parlamentare da parte di Marina Berlinghieri del Pd e presto verrà aperto un tavolo di confronto con azienda e parti sociali da parte del Ministero del Lavoro. I vertici della multinazionale che produce cuscinetti a rullo sembrano però intenzionati a non arretrare rispetto alla scelta di lasciare Brescia e i sindacati sono costretti anche ad invocare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali per non lasciare del tutto senza aiuti i lavoratori.
Qui Napoli
Oggi, giovedì 22 luglio, a Roma sfileranno anche i lavoratori dello stabilimento Whirlpool di via Argine che intendono portare dinanzi ai Palazzi del potere la loro vicenda per l’ennesima volta. Come noto, l’azienda statunitense che a Napoli fabbricava lavatrici ha confermato l’intenzione di licenziare i suoi 327 addetti senza peraltro usare le 13 settimane di cassa integrazione come chiesto da Governo e sindacati. Contemporaneamente al corteo romano, tutti i lavoratori del gruppo si fermeranno per otto ore.
Qui Firenze
Anche i lavoratori di Gkn di Campi Bisenzio (Firenze) manifesteranno a Roma sabato. Qui si rischiano 422 licenziamenti (annunciati agli operai su Whatsapp) dalla azienda che fa capo alla Melrose. Ieri, nel corso del question time alla Camera, Federico D’Incà, ministro per i rapporti col Parlamenti ha rispostoi all’interrogazione di Filippo Sensi del Pd ribadendo che la Gkn «ha manifestato la disponibilità aziendale a voler raggiungere un accordo al fine di mitigare l’impatto sociale di tale scelta. La viceministra dello sviluppo economico, con delega alle crisi aziendali, Alessandra Todde, che presiedeva la riunione, ha evidenziato che la società ha avviato la ristrutturazione aziendale in modo unilaterale. Per tale ragione, anche alla luce delle richieste delle organizzazioni sindacali, ha invitato i rappresentanti aziendali a condividere il percorso di ristrutturazione con le istituzioni e le parti sociali, al fine di addivenire a una soluzione idonea a salvaguardare i lavoratori coinvolti. Pertanto, posso confermare che si sta lavorando in tale direzione».
giovedì, 22 Luglio 2021 - 10:45
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