Patrick Zaki, rinnovata la custodia cautelare in carcere. Lo studente egiziano è in prigione da 18 mesi per 10 post su Fb

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Patrick George Zaky

L’inferno senza fine di Patrick Zaki, lo studente egiziano iscritto all’Università di Bologna resta ancora in custodia preventiva in carcere. I giudici del Cairo hanno deciso che il giovane, arrestato nel febbraio del 2020, dovrà restare ancora in cella per un numero imprecisato di giorni; la detenzione dello studente della Alma Mater,  di custodia preventiva in custodia preventiva dura da oltre un anno e mezzo. L’accusa è sempre la stessa: propaganda sovversiva su Internet (secondo la difesa per 10 post su facebook da un profilo nemmeno gestito da lui perché falso). Se le cose dovessero andare come nelle precedenti udienze, Patrick dovrebbe scontare altri 45 giorni in attesa della nuova udienza. Come nel giorno della Marmotta, però, lo studente egiziano ormai da mesi si sveglia nella stessa realtà: imprigionato nel carcere di Tora, periferia sud del Cairo, con accuse da dimostrare e senza un processo.

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Disatteso l’appello di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, per la liberazione immediata dopo 18 mesi di incubo in una cella in cui Zaki dorme per terra, in condizioni terribili soprattutto in questo periodo di caldo afoso. E resta ancora senza risultati la mobilitazione italiana in suo favore, culminata istituzionalmente in una richiesta della Camera dei deputati al Governo di cittadinanza italiana.

«Un altro rinnovo, l’ennesimo, della tortura per Zaki» commenta il deputato del Pd Filippo Sensi, che su Twitter scrive: «Una ulteriore conferma che il governo italiano deve mettere in campo tutto quello che può e oltre per liberarlo da questo incubo. Finora poco, poco assai. Il Parlamento ha parlato, ora tocca all’esecutivo».

lunedì, 23 Agosto 2021 - 09:49
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