Napoli abbraccia i fratelli afghani: all’alba 87 profughi (tra loro 10 bambini) sono arrivati al Covid center di Ponticelli


La strada della solidarietà conduce in Campania 87 profughi nella notte. Sono i primi arrivi, nella Regione l’accoglienza non si limiterà a questi numeri. Gli 87 migranti, molto provati dal viaggio -come è comprensibile- sono arrivati intorno alle 5 del mattino al Covid Center dell’Ospedale del Mare di Napoli dove dovranno effettuare un periodo di quarantena obbligatoria. Tra loro ci sono dieci bambini che, insieme agli adulti, hanno affrontato uno viaggio lungo e spossante: dall’Afghanistan, la loro terra ormai in mano ai Talebani, fino all’Italia: lo sbarco a Fiumicino, poi lo ‘smistamento’ in Campania. Nella struttura di Ponticelli, gli afghani effettueranno il periodo di quarantena e successivamente saranno trasferiti in Centri di accoglienza della rete Sai presenti sul territorio regionale

L’Italia e le sue singole Regioni, dunque, stanno tenendo fede alla promessa di aiutare il popolo afghano che non vuole sottomettersi ai Talebani e alla Sharia. Lorenzo Guerini, ministro della Difesa, ieri ha spiegato che il nostro Paese metterà in atto «ogni sforzo per evacuare più persone possibili, fino a quando le condizioni lo consentiranno: auspico che la deadline del 31 agosto (ovvero l’ultimo giorno entro il quale Usa e alleati dovranno lasciare Kabul ndr) possa slittare». Il timore è che in questi pochi giorni che separano dal 31 agosto, troppe persone – soprattutto quelle che hanno collaborato con la missione di pace e dunque rischiano la rappresaglia talebana – restino intrappolati in Afghanistan. Per consentire che quanti più cittadini possibile siano evacuati, 1500 militari italiani sono impegnati a garantire il ponte aereo Kabul- Roma.

Finora 3.804 persone (di cui 3.744 afghani) sono state messe in salvo attraverso le operazioni Aquila e Aquila Omnia: in Italia sono arrivate 2.722 di cui 2.662 cittadini afghani: di questi,  933 sono uomini,  828 donne e  901 bambini. Sono, invece, circa mille  (1.082 per la precisione) le persone ancora dislocate presso la staging area italiana dell’aeroporto di Kabul in attesa di essere imbarcate sugli aerei dell’Aeronautica che fanno la spola senza sosta.

Ma i numeri sono destinati a salire e diventerà ancora più complesso, ma necessario, concludere l’evacuazione entro la fine di agosto. In ballo c’è la sicurezza anche dei militari impegnati in Afghanistan in questa delicata operazione. Il premier Draghi al G7 ha sottolineato la necessità di «mantenere un canale di contatto anche dopo la scadenza del 31 agosto e la possibilità di transitare dall’Afghanistan in modo sicuro. Inoltre, dobbiamo assicurare – sin da subito – che le organizzazioni internazionali abbiano accesso all’Afghanistan anche dopo questa scadenza».

Ieri intanto all’aeroporto di Fiumicino a Roma sono atterrate 482 persone, tutte famiglie di Kabul e Herat, molti collaboratori dell’Italia durante gli ultimi 20 anni. Faranno tutti la quarantena e, su base volontaria, il vaccino. Ottanta persone sono state smistate a Piacenza, cento persone circa il Toscana, un centinaio nel Cosentino (nella base del distaccamento dell’Aeronautica Militare di Montescuro, a Celico), 80 in Puglia mentre una ventina sono diretti nelle Marche. Quattro nuclei familiari hanno raggiunto un covid hotel a Parma. Ottantasette infine stamattina sono stati salutati dall’alba, si spera foriera di un futuro migliore, di Napoli.

mercoledì, 25 Agosto 2021 - 10:20
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