A 24 ore dalla scadenza del termine per la presentazione delle liste, Gaetano Manfredi mette un punto e programma la presentazione alla stampa della sua lista di riferimento e gli appuntamenti per la campagna elettorale che entra nel vivo. In casa del rivale Catello Maresca, invece, i temporali non cessano tanto che le liste non sono ancora chiuse e Fratelli d’Italia potrebbe smarcarsi nella corsa per le Municipalità. Grane anche per Alessandra Clemente, che ha pronte tre liste ma insieme al suo entourage sta cercando di costruirne una quarta anche se l’operazione è assai ardua data l’imminente scadenza di domattina. Tira dritto come un treno Antonio Bassolino, che domattina presenterà programma e liste, cinque in tutto quelle che le sostengono (tra cui la lista “Partito gay Lgbt+) e Azione di Carlo Calenda): l’appuntamento è al Modernissimo.
Sullo sfondo la bufera che impazza in casa dei Cinque Stelle. E’ ormai assodato che la lista grillina, a sostegno di Maresca, si è trasformata in una sorta di lavatrice per ripulire esponenti legati a de Magistris che hanno deciso di abbandonare la sgarrupata barca arancione (mollando così Alessandra Clemente) per accodarsi alla coalizione del centrosinistra. Una coalizione che abbraccia di tutto e che, numericamente, si presenta come una corazzata.
TREDICI LISTE PER MANFREDI
Le liste a sostegno di Manfredi sono 13, ciascuna composta da 40 candidati per il Consiglio comunale: il Pd, il M5S, Manfredi sindaco, Napoli solidale, Moderati, Centro democratico, Europa Verde, Per, Azzurri per Napoli-Napoli Viva lista (coordinata dall’ex capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale Stanislao Lanzotti e costruita insieme a Italia Viva), Repubblicani, Napoli libera (dove ci sono anche alcuni consiglieri comunale uscenti eletti nel 2016 in coalizione con de Magistris), Noi Campani per la città, Adesso Napoli.
Oggi è stata presentata agli uffici elettorali del Comune di Napoli la lista ‘Manfredi sindaco’, la civica di riferimento dell’ex rettore della Federico II. Tra i 40 aspiranti consiglieri, figurano esponenti della società civile, rappresentanti delle libere professioni, del mondo della cultura, della rete educativa e dell’associazionismo impegnato sul territorio a difesa dei diritti sociali e civili. Nel cappello di lista, il notaio Dino Falconio, nominato a luglio dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, presidente della Fondazione Ravello; la docente di Musica diplomata al Conservatorio di Napoli, Gabriella Maggiore, classe 2000 la più giovane della lista; Renata Vetere, avvocato penalista impegnata a tutela dei diritti civili. Spunta anche il nome di Roberta Gaeta (in quota Demos), ex assessore al Welfare e Politiche sociali del Comune di Napoli (con de Magistris) fino al novembre 2019.
Di seguito gli altri candidati in ordine alfabetico, con relativa professione:
Pasquale Altamura (avvocato);
Andrea Angrisani (avvocato);
Stefania Armiero (avvocato);
Barbara Berardi (avvocato);
Andreana Cerbone (docente);
Alessandro Cerrone (imprenditore);
Sergio Colella (ex funzionario bancario);
Enrico Cortese (impiegato Dogane);
Nicola De Blasi (docente);
Sonia De Giacomo (docente);
Alessandro Di Celmo (avvocato);
Gennaro Esposito (avvocato);
Fulvio Fucito (avvocato);
Roberta Gaeta (operatore sociale);
Erica Gigante (criminologa);
Concetta Guazzo (praticante avvocato e collaboratrice Fondazione Einaudi);
Sabrina Innocenti (docente);
Antonio Iozzi (avvocato);
Antonio Lepre (docente);
Enrico Mango (ingegnere);
Vittorio Monticelli (commercialista);
Carlo Mormile (docente e compositore);
Luigi Musto (impiegato);
Mariano Paolozzi (giornalista);
Angelica Prodomo (avvocato);
Stefania Russo (pediatra);
Amanda Russo (docente);
Luigi Russo (architetto);
Giancarlo Sarnelli (medico);
Walter Savarese (docente);
Michele Sorrentino Mangini (imprenditore);
Dario Spagnuolo (dirigente scolastico);
Biancamaria Sparano (avvocato);
Salvatore Strano (ricercatore universitario);
Anna Torre (commercialista);
Ferdinando Tozzi (avvocato);
Gianfranco Wurzburger (operatore sociale).
La presentazione della lista ‘Manfredi sindaco’ è fissata per domenica 5 settembre alle ore 18.30 all’Arenile di Bagnoli secondo le regole Covid.
BUFERA IN CASA MARESCA
E’ caos totale, invece, nella coalizione a sostengo di Maresca. A creare malumori sono le presidenze della Municipalità, un nodo che il magistrato non è riuscito a sciogliere benché avesse garantito un personale impegno sul punto. Le civiche chiedono al magistrato una spartizione equa delle presidenze dei ‘parlamentini’: 5 ai partiti, da suddividere poi in tre (Fi, FdI, Lega ossia Prima Napoli), e cinque ai movimenti civici. I partiti, invece, ne vorrebbero 3 a testa, lasciando una sola presidenza da dividersi per le civiche. Di qui la contesa che vedrebbe Maresca propendere per la posizione delle civiche. «Apprezzo in questo momento il lavoro che sta facendo il candidato sindaco Catello Maresca, che sta difendendo il suo ruolo civico e anche le liste che lo hanno accompagnato nel suo progetto dal primo momento», ha detto a LaPresse il presidente di Essere Napoli (una delle liste civiche a supporto di Maresca), Giuliano Annigliato. «La nostra origine è stata civica e con i partiti si doveva e si deve immaginare un percorso comune, ma ci sono dei disaccordi con FdI. La mano destra non sa cosa fa la mano sinistra e allora possono starsene a casa, visto che rappresentano la destra in questa città». Sulla guerra delle presidenze di Municipalità, Annigliato chiarisce: «Senza accordo andremo sull’ottava e sulla nona senza FdI. Saremo tutte le civiche con Fi e Prima Napoli (Lega)».
E LA CLEMENTE SI RITROVA CON SOLE TRE LISTE
Problemi, dicevamo, anche per Alessandra Clemente, che può contare su tre liste (Alessandra Clemente sindaco, Napoli 20/30 e Potere al Popolo). C’è una quarta componente, ‘Fare Napoli’, che potrebbe essere della partita ma c’è difficoltà a chiudere la lista. Il guaio per la Clemente è che si è ritrovata senza il sostegno che Luigi de Magistris le aveva garantito mesi fa, quando la annunciò come candidata per l’esperienza arancione. Molti ‘pezzi grossi’ dell’era demagistriana sono evaporati nel giro delle ultime settimane per passare con Manfredi. Sosterrà l’ex rettore Raffaele Del Giudice, che è stato vicesindaco di de Magistris; e lo stesso faranno i due assessori, Francesca Menna e Ciro Borriello, che si sono dimessi nella giornata di oggi.
I GRILLINI RICICLANO GLI ‘SCAPPATI’ DA DE MAGISTRIS, BRAMBILLA SI SCINDE E CORRE DA SOLO
Menna e Borriello sono stati inseriti nella lista del Movimento Cinque Stelle, che è stata presentata alle 18: il dato conferma che i grillini, pur di abbracciare il patto con il Pd per il Comune di Napoli, hanno rinunciato alla loro identità, finendo con il trasformarsi in una lista di facciata per salvare anche esponenti della squadra di de Magistris, quelli che hanno firmato un’esperienza di governo criticata sia dal Pd che dagli stessi pentastellati. Proprio questo clamoroso suicidio politico ha spinto il consigliere comunale grillino uscente, Matteo Brambilla, a smarcarsi dal Movimento e a candidarsi per conto proprio, sostenuto però da tutti quei grillini delusi dalla scelta dei vertici di rinnegare le battaglie sino ad oggi condotte a Palazzo San Giacomo. Brambilla è stato il primo a presentare la lista che si chiama “Napoli in Movimento-No alleanze”. Sarà presente sia al Comune che in due Municipalità, la sesta e la decima. Certo, i numeri non sono dalla parte di Brambilla ma il consigliere ha dato una lezione di dignità e coerenza ai suoi ormai ex compagni.
Tornando ai Cinque Stelle, i 40 candidati sono elencati in ordine alfabetico: capolista è Manuela Amato, imprenditrice nel settore sociale. Tra i nomi quello di Lucariello, disco d’oro per la sigla della serie Gomorra, dell’attore e regista Oscar Di Maio, dell’ufficiale militare Raffaele De Rosa, presidente di un’associazione non governativa per aiuti umanitari in ambito sanitario, di Davide Estate, nipote di Maurizio, vittima innocente di camorra e presidente dell’associazione antiracket a lui intitolata. Si candidano anche l’avvocato Gennaro Demetrio Paipais, presidente dell’Unione giovani penalisti dell’Ordine degli avvocati di Napoli, l’operaio della Whirlpool Luciano Doria, rappresentanti del mondo delle professioni e del volontariato. Tra i candidati anche Daniela Lampognana, in prima linea nella vertenza con le Terme di Agnagno (azienda di proprietà del Comune di Napoli): dipendente delle Terme, Lampognana fu licenziata perché aveva rifiutato di firmare un verbale di conciliazione-capestro che prevedeva la riduzione del salario del 50 per cento e umilianti demansionamenti. Il giudice del lavoro Cardellicchio le ha dato ragione e Lampognana è tornata al suo posto. Quella battaglia è stata sostenuta, racconta lei sulla pagina Facebook, dal Movimento Cinque Stelle, ragione per la quale Lampognana ha accettato la candidatura coi grillini.
venerdì, 3 Settembre 2021 - 20:54
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