Un detenuto armato di pistola ha rivolto l’arma contro altri un agente di penitenziaria e tre detenuti e sparato. E’ accaduto nel carcere di Frosinone, nessuno è rimasto ferito. Una vicenda su cui il Dap e il Ministero della Giustizia dovranno fare completa chiarezza, insieme alle forze dell’ordine che hanno già avviato le indagini.
A rendere noto quanto accaduto nell’istituto penitenziario di Frosinone sono stati i sindacati della polizia penitenziaria che definiscono la vicenda «gravissima e incredibile»; aggettivi appropriati per commentare quanto successo tra le mura della casa di detenzione, una storia che ha dell’incredibile ma che è anche la conferma della facilità con cui all’interno delle mura carcerarie possono arrivare ‘oggetti’ di ogni genere. Si è raccontato tante volte dei micro telefonini e della droga fatta entrare da persone compiacenti, di solito durante i colloqui e con gli stratagemmi più fantasiosi. Stavolta però si tratta addirittura di un’arma, forse arrivata tra le mani del detenuto attraverso un drone.
Oggi lo stesso capo del Dap, su indicazione del ministro della Giustizia, sarà nel carcere di Frosinone per capire come tutto ciò sia potuto succedere. Il detenuto è stato trasferito in un
altro penitenziario.
La vicenda
I fatti si sarebbero verificati, ricostruisce Donato Capece, segretario generale del Sappe, nel pomeriggio, quando «un detenuto napoletano di 28 anni, ristretto in Alta Sicurezza per reati connessi alla criminalità organizzata – camorra -, una volta autorizzato ad uscire dalla cella per fare la doccia ha puntato una pistola in faccia al poliziotto penitenziario e si è fatto consegnare le chiavi delle altre celle altrimenti lo avrebbe ammazzato. Poi ha raggiunto le celle di altri detenuti (napoletani e albanesi), che nei giorni scorsi lo avevano minacciato e picchiato, e, dopo avere tentato inutilmente di aprirle, ha sparato all’interno tre colpi di pistola».
Secondo Capece, nessuno è stato colpito, ma altre fonti penitenziarie riferiscono di alcuni detenuti leggermente feriti. In ogni caso, dopo gli spari «il detenuto, che possedeva illegalmente anche untelefono cellulare – continua il sindacalista del Sappe – ha chiamato il suo avvocato che lo ha convinto a consegnare la pistola al personale di Polizia Penitenziaria prontamente accorso. Cosa che ha fatto, non prima di ingoiare la sim card del telefonino. Assurdo e incredibile».
Le reazioni
Secondo Leo Beneduci, segretario del sindacato Osapp, «il fatto è di una gravità inaudita e probabilmente solo il caso fortuito non ha portato a più gravi conseguenze». Duro ilcommento di Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria: «Mentre attendiamo invano da mesi che la ministra Cartabia batta un colpo, nella casa circondariale diFrosinone i colpi arrivano, ma dalla pistola in possesso di un detenuto verosimilmente introdotta con un drone. A questo punto, crediamo che serva costituire una vera e propria unità di cris magari sotto l’egida di Palazzo Chigi» perché «le carceri sono fuori controllo» e «dal ministero continuano a mostrarsi inermi e inerti».
Dura anche la reazione della Fp Cgil. «Non possiamo accettare – dice Stefano Branchi – una situazione così aberrante, il sistema penitenziario è ormai inevitabilmente compromesso. Carenze organiche, di strumenti, di formazione, di risorse e strutture obsolete sono ormai la punta dell’iceberg che portano ormai a ricadute sempre più frequenti e preoccupanti».
Per Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di Polizia penitenziaria Spp, «il carcere è diventato il luogo di regolamento dei conti a colpi di pistola tra affiliali alla criminalità organizzata. Se non interverranno misure immediate, tra le quali il potenziamento di mezzi e personale, torneremo indietro agli anni bui dei terroristi detenuti».
Marta Cartabia, «a fronte della gravità di quanto successo», ieri sera ha chiesto al capo del Dap, Bernardo Petralia, di annullare gli impegni per la giornata di domani, per andare di persona nel carcere di Frosinone. Questa mattina nel carcere ciociaro arriverà prima il provveditore del Lazio Carmelo Cantone, poi alle 16 ci sarà una riunione straordinaria nell’istituto con Petralia e i direttori generali del personale (Massimo Parisi) e dei detenuti (Gianfranco de Gesu).
lunedì, 20 Settembre 2021 - 08:28
© RIPRODUZIONE RISERVATA