La variante Omicron minaccia il Natale, incide negativamente sui mercati finanziari e preoccupa l’Organizzazione mondiale della Sanità. Tedros Adhanom Ghebreyesus, il capo del’Oms, ha chiesto oggi agli Stati membri una risposta «razionale» e «proporzionata» ad Omicron.
«La risposta globale deve essere calma, coordinata e coerente», ha affermato. Sullo sfondo la possibile inefficacia dei vaccini rispetto a questa variante denunciata da un esponente di primo piano di Moderna e il timore che possa esserci una ricaduta sulla campagna vaccinale.
Casi Omicron confermati in 11 paesi
Ad oggi i casi di variante Omicron confermati sono 44. Lo ha confermato il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). I casi sono stati segnalati da undici paesi dell’Unione europea e dello Spazio economico europeo: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia (Reunion), Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia, secondo informazioni provenienti da fonti pubbliche. La maggior parte dei casi confermati ha una storia di viaggi in paesi africani, con alcuni che hanno preso voli in coincidenza in altre destinazioni tra l’Africa e l’Europa. Tutti i casi per i quali sono disponibili informazioni sulla gravità erano asintomatici o presentavano sintomi lievi. Finora non sono stati segnalati casi gravi o decessi tra questi casi. Sono stati segnalati casi in nove paesi e territori al di fuori dell’Ue/See (Australia, Botswana, Canada, Regione amministrativa speciale di Hong Kong, Israele, Giappone, Sudafrica, Svizzera e Regno Unito).
Le ripercussioni sulle Borse
Sui mercati mondiali si è riaccesa la paura per i possibili impatti sull’economia mondiale dal diffondersi della variante Omicron del coronavirus. Paura che ha affossato i mercati asiatici e poi contagiato quelli europei. Ad incidere negativamente c’è la possibilità che i vaccini attuali non siano in grado di contrastare Omicron: lo scenario è stato disegnato da un big della casa Moderna.
Il caso vaccini
L’apprensione sulla diffusione della nuova variante è tanta anche alla luce delle dichiarazioni del Ceo di Moderna Stephane Bancel secondo il quale i vaccini attuali non fornirebbero copertura da questa variante. Bancel ha affidato le sue valutazioni al Finacial Times, aggiungendo che «tutti gli scienziati con cui ho parlato dicono che con questa variante le cose non andranno bene».
Tuttavia c’è chi invita alla prudenza. Come il microbiologo Antonio Cassone, membro dell’American Accademy of Microbiology, ed ex direttore di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, che, intervenendo su Rai Radio1 all’interno del programma “Che giorno è, definisce «prematura e fuorvianti in questo momento» le dichiarazioni di Bancel.
«Sarà possibile fare chiarezza – aggiunge – quando ci saranno i dati di ricerche e di osservazioni cliniche. Questi dati mancano. Il discorso che tutti fanno è: visto le tante mutazioni che ci sono è probabile che alcuni degli anticorpi che noi forniamo durante la vaccinazione possano non riconoscere più quei siti e quindi non neutralizzare più il virus. Ma da questo non si può dedurre che chiunque si vaccini non resisterà più al virus e avrà la malattia grave. Sappiamo già che questi vaccini non proteggono sufficientemente dall’infezione ma proteggono dalla malattia ed è probabile, secondo me, che le persone pienamente vaccinate, incluse la terza dose appena possibile per tutti, saranno sufficientemente protette dalla malattia. Questa è la mia esperienza che mi viene dagli studi fatti sulle altre varianti che pure hanno molti siti di resistenza agli anticorpi in vitro ma che poi nella pratica clinica sono risultati protettivi per la malattia soprattutto quella grave. Quindi è prematuro, bisognerebbe aspettare che questi esperimenti vengano fatti. Non ci vuole moltissimo, perché si fanno dichiarazioni prima di avere i dati? Scombussolano soltanto le persone. Vediamo prima i dati e le ricerche, siamo tutti impegnati, compreso il sottoscritto, in queste ricerche, vediamo che cosa succede».
Fatto sta che le cause farmaceutiche sono già a lavoro per capire come contrastare la variante Omicron. L’università di Oxford si è detta pronta ad aggiornare il vaccino anti Covid prodotto nei mesi scorsi in collaborazione con l’azienda farmaceutica anglo-svedese AstraZeneca «se questo dovesse essere necessario». «Procedure e strumenti» ad hoc sono già stati predisposti, ha detto la portavoce, rimarcando tuttavia come finora i vaccini AstaZeneca abbiano garantito «un elevato livello di protezione» rispetto a tutte le versioni dell’infezione, inclusa la variante Delta, in particolare contro i contagi gravi e i casi di morte, e come occorra attendere dati più probanti sulla nuova mutazione proveniente dal Sudafrica. «Tenendo conto che la scoperta della nuovo ceppo B.1.1.529 (Omicron) del coronavirus è molto recente, va evidenziato che i dati disponibili (sul suo impatto) sono limitati», ha aggiunto, non senza assicurare «la massima attenzione» dei ricercatori sulla risposta dei vaccini a ogni nuova variante. Vaccini che del resto «hanno continuato continuato a garantire finora livelli molto elevati di protezione contro le infezioni gravi (da Covid)», ha concluso la portavoce di Oxford, osservando come non vi sia al momento «alcuna prova che per la variante Omicron possa essere diverso».
Rispetto alle dichiarazioni del Ceo di Moderna è intervenuto anche il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia a Coffee Break su La7: «Non bisogna abbassare la guardia. Gli italiani hanno risposto in modo encomiabile alla campagna di vaccinazione, nonostante le informazioni contrastanti diffuse dai media e dalla stessa comunità scientifica. C’e’ una nuova variante, ma non è così preoccupante mentre mi preoccupano degli effetti psicologici che può creare. Non vorrei che le persone rinunciassero alla terza dose ritenendola ininfluente su omicron. Invece bisogna farla perché è dimostrata l’efficacia del vaccino sia sula diminuzione del contagio, sia sulla sua pericolosità».
martedì, 30 Novembre 2021 - 15:59
© RIPRODUZIONE RISERVATA