La perseguitava da mesi, Alfredo. Al lavoro. Sui social. E con buona probabilità s’era inventato persino un profilo fake, corrispondente al nome di Lello Izzo (rigorosamente senza fotografia), con il quale – fino a un paio di giorni fa – ha riempito di insulti e minacciato quella ragazza dai capelli neri e gli occhi azzurri.
Non pago, le inviava anche i messaggi. A raffica, sul cellulare. Di giorno e di notte. Senza darle tregua. Andava avanti così dal luglio dello scorso anno quando Anna Borsa, 30 anni, aveva deciso di lasciare quell’imprenditore agricolo di 40 anni rivelatosi geloso e possessivo da farla stare male. E proprio la possessività, quel ritenere Anna una sua proprietà, ha spinto Alfredo ad essere insistente. Spesse volte raggiungeva il salone di bellezza in via Tevere a Pontecagnano dove Anna lavorava. Chiedeva di parlare con lei. Lo pretendeva. A volte i colleghi di Anna lo mandavano via.
La cronaca dell’omicidio di Anna Borsa
Ma col passare del tempo Alfredo Erra si è fatto più aggressivo, anche nel linguaggio. «Non ho lasciato il meglio perché e tutt maner le avut . Nn ci arrivera mai ma si pur carrivav. Cera mett u bracc», ha scritto con un profilo fake sulla pagina Fb di Anna appena due giorni fa. Il 20 febbraio un altro post sul profilo di Anna, sempre col profilo falso, dai toni minacciosi: «Mo ti sei ritirata, rispondi dove sei andata con quel tossico… Dove sei andataa». Il che lascia presupporre che Alfredo quella notte, erano le 5.30, abbia anche seguito Anna. Sulla pagina Facebook personale e ufficiale, Alfredo Erra scriveva anche di peggio. E il più delle volte erano messaggi rivolti ad Anna e a quel ragazzo che, a suo dire, aveva iniziato a frequentare la 30enne: «Se ti bacerà sentirà il mio sapore»; «S ponn piglia sul a rmasuglj» (Possono prendersi solo le briciole).
Un’ossessione, quella di Alfredo. Diventata asfissiante. «Anna aveva paura, era pensierosa Anna – racconta Simona Cataldo, una delle ultime clienti ad essersi recata nel salone di bellezza dove Anna è stata uccisa – Anna non voleva più andare a lavorare. Mi aveva confidato di voler andare via da Salerno». «Le avevo detto che non poteva andare avanti così – ricorda, invece, Paola Campione, collega di Anna, che era nel salone di bellezza quando Alfredo Erra ha sparato – Anna aveva paura. Alfredo non accettava la fine della relazione».
mercoledì, 2 Marzo 2022 - 10:09
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