Alla fine ha confessato. Con ritrosia. Antonio Riano, il fioraio di Pianura accusato di aver ucciso nella primavera del 2016 i coniugi Luigi Simeone e Immacolata Assisi, ha riconosciuto la responsabilità, che gli era stata cucita addosso dalla procura, di aver sparato alla coppia al culmine di una complicata storia relativa all’acquisto di un appartamento. «Ammetto gli addebiti. Sono un uomo distrutto» sono le uniche parole pronunciate da Riano dinanzi ai giudici della seconda sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli. Parole che gli sono valse ad evitare la condanna all’ergastolo che pure gli era stata comminata nell’aprile del 2017 all’esito del primo grado. I giudici hanno ritenuto di dovergli accordare le attenuanti e così hanno condannato l’imputato a 30 anni di reclusione. Uno sconto, contro il quale s’era opposto il sostituto procuratore generale Cilenti, chiamato a sostenere l’accusa in giudizio, che aveva invece chiesto la conferma dell’ergastolo. Alla lettura della sentenza erano presenti i famigliari di Luigi Simeone e Immacolata Assisi, che non hanno mai perso una sola udienza da quando l’inchiesta è approdata in Tribunale. Presenti anche i genitori e la fidanzata di Antonio Riano. Nessuno ha proferito parola all’esito della lettura del dispositivo. Riano è stato difeso dagli avvocati Leopoldo Perone e Alfonso Quarto.
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venerdì, 13 Aprile 2018 - 14:39
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