Secondo la procura della Repubblica di Nola, nell’ufficio del giudice di pace di Sant’Anastasia accadeva di tutto. Fascicoli soppressi, sentenze pubblicate senza rispettare l’ordine cronologico se veniva corrisposta una ‘mazzetta’, incarichi di perizie affidati a chi era disposto a mettere mano al portafogli.
Uno scenario di corruzione sul quale questa mattina si è abbattuta la scure di un’ordinanza di custodia cautelare: 15 gli indagati, tra i quali cancellieri e avvocati. Nello specifico il giudice per le indagini preliminari di Nola ha sottoposto ai domiciliari 3 cancellieri e 3 avvocati mentre l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è stato disposto nei confronti del direttore amministrativo pro tempore della Cancelleria del giudice di pace di Sant’Anastasia (Na) ed il divieto di dimora nel Comune è stato deciso per 8 professionisti (medici, geometri e periti assicurativi).
A vario titolo sono contestati i reati di corruzione, occultamento di atti pubblici, falso in atto pubblico, truffa ai danni dello Stato e depistaggi. Le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza e dai carabinieri di Roma.
Diversi gli spaccati ricostruiti dagli inquirenti: i cancellieri e gli operatori giudiziari del Giudice di Pace di Sant’Anastasia sarebbero stati soliti garantire l’affidamento incarichi di consulente tecnico d’ufficio a medici, geometri e periti assicurativi compiacenti, dietro ricompensa di denaro contante e utilità varie come visite mediche gratuite e tamponi Covid, buoni carburante, lavori di ristrutturazione, generi alimentari vari.
Lo scambio, sempre secondo le indagini, avveniva all’interno dell’Ufficio Giudiziario ma anche a casa degli impiegati indagati. «Il sistema cosi’ realizzato, – scrive il facente funzioni di procuratore Arturo De Stefani – impenetrabile ai professionisti non conosciuti dai dipendenti pubblici in servizio presso l’Ufficio del Giudice di Pace di Sant’Anastasia, avrebbe consentito ai consulenti infedeli di’ eseguire prestazioni pagate con denaro pubblico».
Sui rapporti corruttivi tra avvocati e cancellieri, invece, sarebbe accaduto questo: alcuni avvocati, in amicizia con i dipendenti pubblici (cancellieri e operatori giudiziari) i quali, sempre attraverso l’erogazione periodica di utilità, si garantivano un libero accesso agli Uffici e, in maniera indisturbata, sottraevano documentazione da fascicoli e, sempre con la compiacenza di cancellieri e operatori giudiziari, ottenevano l’anticipazione della pubblicazione delle sentenze alterando il normale ordine cronologico.
I carabinieri del Comando Antifalsificazione Monetaria di Roma ha anche accertato l’utilizzo di valori bollati contraffatti da parte di due avvocati.
martedì, 17 Maggio 2022 - 12:54
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