Matteo Renzi non c’è. Ma «non è tattica», avverte subito Carlo Calenda. Né è un segnale di qualcosa che non va. Semplicemente il senatore fiorentino non poteva, e ha rimandato la tanto attesa ‘re-union’ a Milano. Affiancato dai ministri Elena Bonetti, Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini, e dai deputati di Iv Maria Elena Boschi e Luigi Marattin, Calenda presenta il programma di Azione e Italia Viva, uniti in nome del ‘terzo polo’ in queste pazze Politiche 2022.
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«Il nostro obiettivo è semplice – avverte subito – andare avanti con l’agenda Draghi, andare avanti con il metodo Draghi del buon senso e del buon governo, avere possibilmente Draghi come presidente del Consiglio. E il nostro programma è attuare le riforme del Pnrr». Se fosse per Calenda e Renzi, in verità, il prossimo premier dovrebbe essere ancora Mario Draghi: «O noi facciamo andare avanti Draghi con un governo sostenuto da un polo liberale e riformista più forte, oppure questo Paese è andato. Ogni alternativa è destinata a portare il Paese in una condizione di estremo rischio finanziario».
Ma, avverte Calenda, nessuna altra forza vuole in realtà Draghi. «Draghi – osserva – è caduto per l’invidia di Conte, per le voglie di Berlusconi di diventare presidente del Senato e forse della Repubblica e per la paura di Salvini di vedere consensi calare a favore della Meloni». E il Pd, a parere di Calenda, è totalmente inaffidabile. «Cinque minuti dopo le elezioni si rialleeranno coi Cinque Stelle». La patente della coerenza e della concretezza Calenda la rivendica per Azione e Italia Viva, invitando così gli elettori a orientare il loro voto verso il terzo polo: «La partita è sul proporzionale al Senato ed è una partita che si può vincere rivolgendosi a tutti gli italiani che vogliono vivere in un paese serio», in quanto «non esiste il voto utile, perché ci sono in campo quattro coalizioni, non due, e anche perché il Pd ha combinato un disastro».
Dunque, le proposte. I programmi.
Sul salario minimo, Calenda si dice «a favore» perché «pensiamo che nessuno dovrebbe lavorare per meno di 9 euro l’ora». Con Azione-Italia Viva il ‘terzo polo’ non sarà abolito e questo è il frutto di un compromesso tra i due partiti. Renzi, infatti, non hai mai fatto mistero della volontà di abolirlo e anche stamattina, in un intervento a Mattina24, ha ribadito di avere una posizione ‘tranchant’ sulla misura, ma Calenda ha una posizione diversa e così alla fine ha prevalso una linea di sintesi più vicina alle corde di Azione. Tradotto: il reddito di cittadinanza resta ma «dobbiamo modificarlo in modo che venga sostenuto chi non può lavorare e chi può lavorare venga sostenuto con la formazione e l’orientamento al lavoro».
Tema fisco: «Le tasse vanno diminuite in questo Paese. Punto. Solo una persona che non percepisce quanto il Paese sia provato da anni di Covid, dalla guerra, dall’inflazione, può proporre patrimoniali o tasse di successione», dice.
Spazio poi a misure per la maternità e la giustizia. «Dobbiamo levare tutti i costi della maternità per le imprese. Non deve essere un costo per le imprese ma deve diventare un investimento per il Paese», annuncia la ministra per la Famiglia e le Pari opportunità, Elena Bonetti. La deputata di Iv Maria Elena Boschi affronta invece il capitolo giustizia: «Siamo per l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione», allineandosi così al pensiero di Silvio Berlusconi, e «per noi il giustizialismo è un’aberrazione e stiamo nel solco del garantismo». Altro punto centrale del programma sarà «la separazione delle carriere e riformare con più coraggio il Csm, perché questa riforma timida non eliminerà il potere delle correnti. E chiediamo una valutazione seria e oggettiva dei magistrati».
giovedì, 18 Agosto 2022 - 16:50
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