Caro energia, super bollette ai Comuni: «Pronti a tagliare i servizi pubblici». Grido d’allarme dalle imprese: «Così chiudiamo»

bollette pazze

Fare presto, perché le imprese sono a rischio chiusura e molte non supereranno ottobre. Il caro energia fa sentire il suo peso giorno dopo giorno e dalle associazioni di categoria si levano grida di aiuto all’indirizzo del mondo politico. Ma non solo. Ad andare in affanno sono anche i sindaci, che anticipano il rischio di tagliare «servizi pubblici a tutto danno dei cittadini, in vista di un autunno che già si prospetta molto difficile e preoccupante». Settembre comincia con un clima assai teso. 

I presidenti di Anci ed Upi, Antonio Decaro e Michele De Pascale, hanno chiesto al Governo uno stanziamento straordinario di 350 milioni di euro «per compensare l’impegnata delle nostre spese energetiche».

«Il Comune – fa sapere il sindaco di Taormina Mario Bolognari – ha ricevuto una richiesta di pagamento di fornitura di energia elettrica, comprensiva dell’illuminazione pubblica, per un totale di 589.176,15 euro. Sono bollette emesse a maggio, giugno e luglio 2022. Se le imprese e le famiglie stanno subendo una stangata senza precedenti, i Comuni, così procedendo, andranno tutti in grave sofferenza».

Senza un intervento dello Stato, aggiunge, «il risultato potrebbe essere che imprese e famiglie pagheranno anche questi aumenti sotto varie forme di tariffe e tasse. Quando abbiamo fatto il bilancio avevamo previsto un aumento dei costi energetici, ma non di queste proporzioni. Un’altra tegola che rischia di far saltare i conti 2022». Tradotto: le famiglie non si troveranno soltanto a fare i conti con le bollette più care che li riguarda direttamente, ma si dovranno accollare anche i costi delle bollette del Comune di appartenenza. Non solo: i Comuni, per cercare di contenere i costi, minacciano di tagliare i servizi, il che si ripercuoterà sempre sui cittadini. «Famiglie e imprese – ricordano Decaro e e Pascale – stanno già soffrendo le conseguenze del continuo aumento dei costi dell’energia e sappiamo che il governo sta mettendo a punto provvedimenti urgenti. E’ indispensabile che fra questi sia compresa una misura di sostegno per i Comuni e le Province, in assenza della quale i bilanci degli enti locali sono destinati a saltare». 

Se i Comuni ancora non hanno chiuso i rubinetti, ci sono aziende che si sono già fermate o hanno ridimensionato l’attività. 

«Abbiamo sospeso il 40% delle attività, perché i costi dell’energia non sono più sostenibili», ha spiegato Assorimap, l’associazione nazionale delle aziende che riciclano le materie plastiche. Alcuni impianti sono già chiusi, mentre altri sono rimasti operativi soltanto alcuni giorni della settimana, una conseguenza del caro bollette che da giugno ad agosto sono aumentate del 440%. Già lo scorso febbraio, Assorimap aveva chiesto provvedimenti strutturali al governo per fronteggiare i costi dell’energia cresciuti del 345% in un anno. L’associazione chiede interventi immediati al governo ancora in carica, ma si rivolge anche alle forze politiche che sono in campagna elettorale: «Il rischio e’ la chiusura delle aziende che genererebbe un cortocircuito del sistema di recupero dei rifiuti plastici e un enorme gap di competitività su scala internazionale. La fluttuazione dei prezzi dell’Energia non consente tra l’altro una programmazione delle attività». «Se non si interverrà con tempestività», sottolinea Assorimap, «rischiamo di scontrarci con un amaro paradosso: economia circolare e transizione ecologica vengono collocate costantemente in cima all’agenda politica, ma i rincari in corso stanno soffocando le imprese che ne costituiscono il cuore pulsante. Investire sulla green economy non può prescindere da sostegni strutturali a queste realtà». 

Anche Confcommercio ha suonato la sveglia. Nel corso della conferenza stampa organizzata insieme a Coop, Conad e Federdistribuzione sulla questione dei rincari, ha chiesto al Governo uscente tre interventi immediati: incremento del credito d’imposta per il caro energia elettrica dal 15% al 50% nel caso di aumenti del costo dell’energia superiori al 100% (da estendere anche all’ultimo trimestre dell’anno), ampliamento dell’orizzonte temporale per la rateizzazione delle bollette almeno fino a dicembre 2022, incremento fino al 90% della copertura offerta dal Fondo di garanzia per le Pmi anche per i finanziamenti richiesti dalle imprese per far fronte alle esigenze di liquidità determinate dall’aumento del prezzo dell’energia elettrica. Per Daniela Prampolini, presidente Fida-Confcommercio, si può attingere a due grandi fonti: «l’utilizzo del gettito che viene dagli extraprofitti», da cui si può ricavare «una bella fetta» e «l’imponibile Iva, aumentato di 5 volte da luglio e che aumenterà anche nei prossimi mesi, creando un extragettito in termini di Iva». 

Queste misure «non possono attendere il prossimo esecutivo, la situazione è grave e non c’è più tempo», incalzano i presidenti delle confederazioni. Tra i settori più esposti ai rincari energetici, compaiono il commercio al dettaglio, in particolare la distribuzione tradizionale e moderna del settore alimentare, la ristorazione, la filiera turistica, i trasporti che, a seconda dei casi, registrano rincari delle bollette fino a tre volte nell’ultimo anno e fino a cinque volte rispetto al 2019, prima della pandemia. «Oggi l’incidenza del costo dell’energia sul conto economico delle imprese del settore sta subendo un incremento significativo, passando dall’1-1,5% del 2021 al 3-4%, con punte fino al 6%», fa presente l’Ufficio studi di Confcommercio, sottolineando che «con utili medi che il settore registra tra 0,5/1,5% è evidente che molte imprese sono fortemente a rischio di tenuta dei conti economici». Tirando le somme per Confcommercio il caro energia rischia di mettere in ginocchio le imprese del terziario: i costi in un anno sono triplicati – la spesa in energia nel 2022 ammonterà a 33 miliardi, contro gli 11 del 2021 – e da qui ai primi sei mesi del 2023 sono in bilico circa 120mila aziende e 370mila posti di lavoro.

giovedì, 1 Settembre 2022 - 08:00
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