Sono l’altra faccia della mattinata di Scampia, dove si inaugura il polo universitario di Medicina: le persone normali. Restano ai bordi della passerella delle autorità, sui loro volti si legge curiosità, e un po’ di emozione.
Ci sono gli studenti, anzitutto, tutti al primo giorno di corso. «Siamo molto disorientati» confessa una ragazza bruna, nel caos del vernissage. È originaria di Giugliano, quindi conosce bene la zona. Questo l’aiuta a non coltivare «il pregiudizio su Scampia». E non la spaventano neppure le carenze dei trasporti: «La metropolitana funziona e funziona bene». Anche Marco non viene da lontano: è di Capodichino, è un giovane dai capelli ricci, e sorride molto. «Mi aspetto una formazione di alto livello che – afferma – rispecchi la struttura e la bella inaugurazione, e rispecchi tutte le nostre aspettative, come hanno detto il presidente della Regione e il rettore universitario. Una formazione di alto livello che poi sfocerà in impieghi che saranno utili per assistere le persone che ne hanno bisogno».
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Sfoggia larghi sorrisi pure la signora Flora, titolare del mini market davanti all’ateneo. «Mi sento più emozionata io dei ragazzi che devono andare all’università – racconta-. Dopo 14 anni di lavori, non avevo perso le speranze, ma credevo che durasse ancora un po’ di più». La gente qui è abituata così, dallo Stato non riceve mai troppo. Ed è sempre preparata al peggio. A Flora pare già tanto: prima, di fronte aveva la Vela H, infine abbattuta. «Il miracolo si è fatto – dice-. E da un punto di vista commerciale può cambiare molto, fino ad adesso era tutto un cantiere, erano poche le macchine a passare». Adesso si aspetta l’attivo di altri commercianti, per contribuire alla vivibilità dell’area. «Per il momento non ce ne sono ancora, ma – aggiunge – vedo che si stanno interessando ai negozi vuoti che ci sono, e mi fa molto piacere. Veniamo da anni difficili, spero passi tutto, io sono sempre ottimista». Ce ne è bisogno.
lunedì, 17 Ottobre 2022 - 22:17
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