Primarie Pd, Bonaccini scende in campo: da Schlein a De Luca, ecco nomi e sponsor della corsa alla segreteria Dem

bonaccini
Stefano Bonaccini

L’ultimo (per ora) nome nella casella degli aspiranti segretari del partito democratico è quello di Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna che ieri ha ufficializzato la propria decisione di concorrere per la guida dei Dem andando a comporre il puzzle delle primarie. Primarie previste in prima votazione per il 12 febbraio e in seconda (con due nomi soltanto) il 19 febbraio e che vedono in campo candidati rappresentativi di visioni, sentimenti (e correnti) diverse tra loro.

C’è, appunto, Stefano Bonaccini, che già dai giorni successivi alla débâcle elettorale è stato tirato in ballo come successore di Enrico Letta, segretario che traghetterà il partito fino al congresso di marzo. Bonaccini non lascia la presidenza della Regione e ha deciso di ufficializzare la discesa in campo nella sua Campogalliano (Modena) davanti agli iscritti del circolo dei democratici.

«Dopo la dura sconfitta del 25 settembre e la scelta di Enrico Letta di aprire il percorso congressuale, mi sono preso il tempo per ragionare e per capire se io possa essere utile al Pd – ha dichiarato –  In queste settimane tantissimi mi hanno chiesto di candidarmi: iscritti ed elettori, sindaci e amministratori, donne e uomini che sono o erano nostri elettori. Persino diversi che non lo sono mai stati, ma che avrebbero voglia di guardare a noi con speranza, fossimo in grado di dargliela. Mi ha fatto molto piacere, ovviamente, anche se avverto il peso e la responsabilità di questa scelta. Sento il peso – ha aggiunto – perché sono consapevole di come il Pd sia necessario per la stessa qualità democratica del Paese, rappresentando ideali e valori alternativi alle posizioni più conservatrici e alle derive populiste o sovraniste». In un passaggio, Bonaccini ha chiarito: «Non chiederò a nessuna corrente di sostenermi né vorrò il sostegno di qualsivoglia corrente. Io non mi sono mai iscritto ad una corrente e lo voglio dire ai più giovani: si vive benissimo lo stesso, direi anche meglio». Sulle correnti ha insistito anche per criticare il sistema che ha un po’ affossato il Pd: «A me ha fatto una certa impressione vedere tutti i dirigenti di primo piano del nostro partito candidati nei listini e mai nei collegi uninominali, dove i voti devi andarli a strappare uno a uno per vincere. Ma se ci vado a mettere la faccia io, che abito a Campogalliano, e poi scopro che il dirigente nazionale che abita in quel territorio si è fatto candidare in un listino di un’altra regione, secondo voi siamo più o meno credibili?».

Stefano Bonaccini, che in questa competizione è uno dei nomi favoriti, dovrà affrontare nomi di spicco che si sono già proposti ufficialmente, mentre altri non scoprono ancora le loro carte. C’è Elly Schlein, sua ex vice in Emilia Romagna poi diventata deputata, e che non è iscritta al Pd. Dopo la modifica dello Statuto, può comunque candidarsi avendo come main sponsor Nicola Zingaretti, Dario Franceschini e ‘Prossima’ di Stefano Vaccari e Marco Furfaro. L’incognita, spiega l’agenzia Ansa, riguarda il sostegno dei lettiani.

Dai territori arriva anche il terzo possibile candidato alla guida del Pd, ovvero il sindaco di Firenze Dario Nardella, supportato da parte di Base riformista (quella toscana) e forse dai lettiani. Lettiano tirati per la giacchetta anche in ragione dei buoni rapporti instaurati dal segretario Letta con tutti e tre gli esponenti appena citati.

A sinistra, il candidato ideale sostenuto da esponenti come Goffredo Bettini e Gianni Cuperlo c’è Andrea Orlando, ex ministro del Lavoro con Draghi, che sinora ha smentito. Rappresentando l’ala più a sinistra del partito, il suo sarebbe un derby con Schlein.

Paola De Micheli, ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel Conte II, ha già da tempo annunciato di voler competere come il sindaco di Pesaro e coordinatore dei primi cittadini democratici Matteo Ricci che punta soprattutto sull’appoggio degli amministratori locali.

Per la corsa alle primarie, infine, si fa il nome del governatore campano Vincenzo De Luca (in alternativa quello del collega pugliese Michele Emiliano) che rappresenterebbe la candidatura del Mezzogiorno altrimenti assente.

lunedì, 21 Novembre 2022 - 08:46
© RIPRODUZIONE RISERVATA