Napoli, dal carcere di Poggioreale al Teatro San Carlo: progetto per i detenuti, in 4 assunti dal Massimo

Foto della conferenza stampa a cura del Teatro San Carlo (official fanpage teatro)

Grazie a un protocollo tra la Fondazione Teatro San Carlo e la Casa circondariale, 13 detenuti del carcere di Poggioreale hanno ricevuto gli attestati per la partecipazione alle attività didattiche all’interno del Massimo napoletano, da ottobre a dicembre 2022. E per 4 di loro si sono spalancate le porte di un lavoro, attraverso un contratto a tempo determinato al servizio del San Carlo. Il via ad aprile, con gli impieghi nel settore amministrativo e nel settore tecnico. Una chance di svoltare, dopo gli anni in cella.

La consegna degli attestati è stata anche l’occasione per siglare un nuovo accordo tra San Carlo e l’istituto di pena intitolato a Giuseppe Salvia, per un nuovo ciclo di laboratori e attività didattiche, dove imparare i mestieri dello spettacolo per i profili di elettricista, macchinista, attrezzista, sarto teatrale, addetto alle attività amministrative. «Noi siamo un teatro pubblico e quindi a mio giudizio abbiamo due doveri – spiega il soprintendente del San Carlo, Stéphane Lissner – il primo è la trasmissione musicale e il secondo è avere un impegno sociale per difendere e aiutare tutti coloro che sono in difficoltà e dunque anche i detenuti. Se abbiamo la possibilità di proporre loro di imparare i mestieri del teatro allora dobbiamo farlo e oggi siamo felici di firmare nuovamente questo accordo perché la continuità del progetto costituisce per loro una speranza per il futuro perché la vita non si ferma il giorno in cui si entra in prigione, hanno sbagliato ma dobbiamo dare loro l’opportunità di trovare una possibilità».

Nel progetto di quest’anno, il direttore del penitenziario, Carlo Berdini, auspica l’aumento del numero di partecipanti. «Chiaro che – precisa – rispetto alla platea di Poggioreale i numeri dei partecipanti è ridotto, ma anche iniziative non di largo respiro sono importanti e ancor di più se è un ente culturale di livello internazionale come il San Carlo ad aprire loro le porte perché svolgere un’attività di formazione qui rappresenta un ottimo biglietto da visita per i detenuti una volta fuori». Vincenzo, una condanna per rapina, è uno dei quattro nei assunti, e spiega: «Si può cambiare, tutti possiamo farcela, basta capirlo». Gli fa eco Salvatore, recluso da due anni ed altri tre da scontare: «Questa cosa ci dà una speranza enorme perché avremo la possibilità di uscire dalle 7 di mattina alle 17 del pomeriggio per lavorare».

lunedì, 6 Marzo 2023 - 18:33
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