Rai, il Governo mette il marchio sul valzer di nomine: via Fazio, cambio per i Tg e i direttori di programmazione

Fabio Fazio

Il risiko delle nomine da parte del Governo dovrebbe concludersi domani, lunedì 15 maggio, con l’investitura dei nuovi vertici Rai. Roberto Sergio, attuale direttore di Radio Rai, dovrebbe essere proposto come amministratore delegato, e lui a sua volta dovrebbe far ricadere su Giampaolo Rossi (già consigliere in quota Fratelli d’Italia e uomo di fiducia del premier Meloni) la scelta come direttore generale.

Ad ogni modo tutto dipenderà dal voto in assemblea, cui spetterà sbloccare la casa di amministratore delegato. A favore di Roberto Sergio dovrebbero votare i consiglieri di area Lega e FI, Igor de Biasio e Simona Agnes, mentre Riccardo Laganà, eletto dai dipendenti, sarebbe orientato all’astensione, che vale come un no, e Francesca Bria (in quota Pd) per un voto contrario. Non ha sciolto ancora la riserva il consigliere indicato dai Cinque Stelle, Alessandro Di Majo: se si astenesse o votasse contro, in base ad eventuali intese con la maggioranza anche sul pacchetto di nomine in arrivo, diventerebbe determinante il voto della presidente Marinella Soldi, che in caso di parità vale doppio. In ogni caso, una volta ottenuta l’investitura, il nuovo tandem Sergio-Rossi è atteso alla sfida dei palinsesti, da presentare agli sponsor probabilmente nella prima settimana di luglio.

E qui si apre un nuovo scenario di addio e rientri. Dopo 40 anni, Fabio Fazio lascia Viale Mazzini, decretando così la chiusura di ‘Che tempo che fa’ sul servizio pubblico. Trasloca, con tutta la sua creatura televisiva, su ‘Nove’ grazie a un contratto blindato di 4 anni. Lo segue la fedele Luciana Littizzetto. «Il mio lavoro continuerà altrove, d’altronde non tutti i protagonisti sono adatti per tutte le narrazioni. Me ne sono reso conto e quindi continuo a fare serenamente il mio lavoro altrove che è quello, che ho sempre fatto in questi 40 anni», spiega Fazio lanciando al Tg3 la terzultima puntata del suo talk show. Apre la diretta emozionato: «Andiamo avanti tranquilli», dice accolto da un lungo applauso. Poi, sollecitato sul tema da Ferruccio De Bortoli, sottolinea: «Sono in Rai da 40 anni, però non si può essere adatti a tutte le stagioni. Io non credo di esserlo. Con grande entusiasmo intraprendo un nuovo cammino, spero, e sono convinto, di inventiva e di creatività. Io qui ho trascorso 40 anni e ringrazio tutte le persone che ho incontrato e da cui ho imparato, visto che ho iniziato a 18 anni. Non posso che avere gratitudine verso la Rai e non potrei dire nulla contro questa azienda, perché è come se la dicessi a me stesso. Dei suoi 70 anni di vita, 40 la Rai li ha passati con me e io con lei. Grazie a tutti, ci ritroveremo, altrove ma ci ritroveremo». E infine una precisazione: «Io e Luciana non abbiamo nessuna vocazione a sentirci vittime né martiri: siamo persone fortunatissime e avremo occasione di continuare altrove il nostro lavoro».

Si vocifera poi del ritorno di Pino Insegno, che potrebbe occupare uno degli spazi oggi affidati a Flabio Insinna.

Ma il valzer di nomine più ghiotte riguarda la direzione dei programmi e pure quella dei Tg. All’Intrattenimento Prime Time dovrebbe arrivare Marcello Ciannamea, al Day Time Angelo Mellone e all’Approfondimento Paolo Corsini. Sul fronte giornalistico: il direttore di Adnkronos Gian Marco Chiocchi, apprezzato dalla premier, dovrebbe prendere la guida del Tg1, al posto di Monica Maggioni che andrebbe alla direzione per l’Offerta editoriale, dalla quale potrebbe andar via Francesco Giorgino per guidare l’Ufficio Studi. Al Tg2 in pole Antonio Preziosi, spinto da Forza Italia, con il trasferimento di Nicola Rao alla Direzione Relazioni Istituzionali, mentre al Tg3 dovrebbe essere confermato Mario Orfeo. La guida di Rai Parlamento potrebbe andare all’ex direttore del Tg1 Giuseppe Carboni, che avrebbe anche qualche chance di ottenere la direzione di Rainews, qualora Paolo Petrecca venisse spostato a Rai Sport, dove però sarebbe in pole Angela Mariella. La Lega otterrebbe anche la direzione del Giornale Radio per Francesco Pionati, con il trasferimento di Andrea Vianello alla Tv di San Marino, e blinderebbe la Tgr, la cui guida dall’ottobre 2024 dovrebbe passare da Alessandro Casarin, che andrà in pensione, all’attuale condirettore Roberto Pacchetti. Sul fronte programmi, confermati Report e In mezz’ora, potrebbe essere ridimensionata la presenza Corrado Augias, che conduce tre trasmissioni sulla terza rete, a partire forse da Rebus, in onda la domenica. Saldi nelle loro posizioni Porta a Porta e Cinque Minuti di Bruno Vespa e Presadiretta di Riccardo Iacona, per Agorà si ipotizza un cambio di conduzione, sia nell’edizione invernale che in quella estiva: in corsa Manuela Moreno, Stefano Fumagalli e forse Annalisa Bruchi. Più difficile che Marco Damilano possa lasciare lo spazio informativo in access prime time su Rai3. Tra le conduttrici interne che potrebbero essere valorizzate dal centrodestra ci sono Monica Setta e Laura Tecce, mentre Luisella Costamagna potrebbe approdare al day time di Rai2 e Luca Barbareschi proporre una nuova edizione del suo In barba a tutto, andato in onda nel 2020.

lunedì, 15 Maggio 2023 - 09:23
© RIPRODUZIONE RISERVATA