Caso Visibilia, sarebbero sei gli indagati a Milano. Oltre alla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, iscritta nel registro degli indagati per falso in bilancio e bancarotta dallo scorso 5 giugno, sarebbero coinvolte altre cinque persone con ruoli societari in Visibilia Editore tra il 2016 e il 2020. Tra loro Fiorella Garnero e Dimitri Kuntz, rispettivamente sorella e compagno della senatrice di FdI. E poi gli ex consiglieri di amministrazione Massimo Cipriani e Davide Mantegazza e l’ex sindaco Massimo Gabelli. Tutti potrebbero essere destinatari, a breve, della richiesta di proroga delle indagini che la procura di Milano – i titolari del fascicolo sono i pm Laura Pedio e Maria Giuseppina Gravina – ha inoltrato al gip già dalla fine dello scorso marzo. La ministra, intanto, ribadisce che «ad oggi alle 15 non ho ricevuto alcun avviso di garanzia».
Nel governo, peraltro, l’affaire Santanché incrocia la vicenda Delmastro, sottosegretario alla giustizia invischiato nel caso Cospito. Per lui, indagato per rivelazione di segreto d’ufficio, il gip di Roma ha disposto l’imputazione coatta. Da fonti dell’esecutivo filtrano sospetti sulle toghe per le due inchieste giudiziarie. Per quanto riguarda Delmastro, «in un processo di parti non è consueto che la parte pubblica chieda l’archiviazione e il giudice dell’udienza preliminare imponga che si avvii il giudizio». Su Santanchè, «in un procedimento in cui gli atti di indagine sono secretati è fuorilegge che si apprenda di essere indagati dai giornali, curiosamente nel giorno in cui si è chiamati a riferire in Parlamento, dopo aver chiesto informazioni all’autorità giudiziaria». Ragionano ai piani alti: «Quando questo interessa due esponenti del governo in carica è lecito domandarsi se una fascia della magistratura abbia scelto di svolgere un ruolo attivo di opposizione. E abbia deciso così di inaugurare anzitempo la campagna elettorale per le elezioni europee».
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I veleni governativi sulla magistratura provocano immediate reazioni.
«Quella del sottosegretario Del Mastro e della ministra Santanchè – afferma la segretaria del Pd, Elly Schlein – stanno ormai diventando due pagine davvero inquietanti della cronaca politica italiana. Ed è assolutamente inaccettabile in un sistema democratico che, anziché rispondere alle gravi accuse nel merito, Palazzo Chigi alimenti un pericoloso scontro tra poteri dello Stato diffondendo una nota con toni intimidatori nei confronti della magistratura. A questo punto è inevitabile che la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni esca dal suo silenzio e si assuma le sue responsabilità. Hanno passato il segno e non si può andare avanti così».
Intanto, sulla ministra del Turismo aumenta il pressing delle opposizioni. Dopo quella al Senato, il M5S annuncia di aver presentato mozione di sfiducia anche alla Camera. «Abbiamo chiesto più volte che la ministra venisse in Aula – spiega il capogruppo pentastellato Francesco Silvestri – a fornire le opportune spiegazioni sulle gravi accuse ed evidenze che la riguardano, ma ha provato a sottrarsi in tutti i modi e così facendo ha mancato di rispetto a un ramo del Parlamento e a una delle istituzioni che dovrebbe essere in grado di rappresentare».
Sulla sfiducia converge parte dell’opposizione. «L’informazione non deve essere al servizio dei governanti e se oggi discutiamo delle eventuali dimissioni della ministra Santanchè – dichiara Sandro Ruotolo, responsabile dell’informazione del Pd – lo dobbiamo proprio ad una inchiesta giornalistica. Delle eventuali responsabilità penali dell’esponente di Fratelli d’Italia si occuperà la magistratura. Per noi si deve dimettere da ministro senza dover aspettare la conclusione dell’iter giudiziario. Anche ieri in aula infatti ha mentito sapendo di mentire».
Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, spiega che «voteremo convintamente la mozione di sfiducia alla ministra Santanchè. Anche se lei dovrebbe dimettersi prima, ieri francamente non ha dato risposte esaustive e lo ha fatto con un’arroganza insopportabile, attaccando perfino la stampa di questo Paese che fa il suo mestiere. Santanchè non è degna di rappresentare le Istituzioni di questo Paese». Sulla stessa Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde: «La ministra Santanché ha mentito al Senato mostrando documenti che avrebbero garantito l’assenza di indagini nei suoi confronti, ma c’è un particolare: risalgono a 7 mesi fa. Questo è solo l’ultimo dei comportamenti inaccettabili a carico della ministra che, anche per le sue gravissime menzogne, deve dimettersi».
Al governo però fanno quadrato. Santanchè «gode della fiducia della maggioranza, del governo e credo anche dei cittadini italiani» assicura il ministro delle Imprese, Adolfo Urso.
giovedì, 6 Luglio 2023 - 21:05
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