I telefonini sequestrati sono già una decina. I profili social analizzati poco di più. E poi ci sono i sopralluoghi nella ex piscina degli orrori, i ‘colloqui’ con chi poteva sapere. Le indagini dei carabinieri sullo stupro di due cuginette nel Parco Verde di Caivano si muovono su più binari. Bisogna fare presto e fare bene. Fare presto perché i responsabili degli abusi narrati da chi ha dato il là all’inchiesta sono liberi e potrebbero in qualche modo cercare di fare sparire eventuali prove; fare bene perché occorre trovare elementi blindati per sostenere l’accusa di duplice violenza sessuale e procedere con gli arresti. Non è semplice, anche a causa del muro di omertà e di silenzio che da queste parti è cosa tristemente normale. E proprio il silenzio, frutto di paura e di minacce, ha avvolto questa brutta storia probabilmente per mesi.
Tutte le notizie sull’inchiesta relativa allo stupro delle due cuginette al Parco Verde di Caivano
L’episodio denunciato risalirebbe a luglio ma pare che si stia indagando sulla possibilità che almeno una delle piccole vittime sia stata abusata per più tempo, a partire da gennario. Una eventualità da far gelare il sangue. Come fa gelare il sangue l’età delle vittime, 10 e 12 anni (quest’ultima ne compirà 13 tra poche settimane) e non 13 anni come emerso nei primi giorni di cronaca. I carnefici non sarebbero tanto più grandi: sotto i riflettori c’è un gruppo di minorenni tra i 13 e i 17 anni, ad eccezione di un 19enne – il più grande del gruppo – che avrebbe mosso i fili di questo inferno di violenza e minacce.
Già, le minacce. Le due bambine sarebbero state indotte al silenzio con il solo strumento della prevaricazione e, forse, con quello del ricatto: potrebbe esserci un video sugli abusi. Il fratello di una delle piccole vittime aveva infatti saputo dell’esistenza di un filmato sulla violenza consumatasi nell’ex piscina divenuta ricettacolo di rifiuti e ritrovo dei tossici e ne ha fatto parola in sede di denuncia. Di qui il sequestro di numerosi cellulari ai danni di persone che potrebbero essere direttamente o indirettamente coinvolte nella vicenda: il recupero di un video potrebbe segnare la svolta nell’indagine e cambiare il passo a questa inchiesta che procede nel silenzio assoluto da parte di forze dell’ordine e magistratura data la delicatezza dei fatti.
Gli aspetti da chiarire, verificare, sono numerosi. C’è anzitutto il numero dei carnefici da stabilire nonché il numero degli episodi di violenza. Una delle due cuginette potrebbe aver subito violenza più di una volta e in tal caso va compreso se i ragazzini coinvolti nei diversi episodi siano stati sempre gli stessi oppure no. Ma soprattutto gli inquirenti vogliono capire se oltre alle due cuginette ci siano altre piccole vittime. E, allora, si scava non solo nella realtà ma anche in quella virtuale, tra cellulari e social, dove potrebbero annidarsi elementi fondamentali.
Nel frattempo le due cuginette sono state allontanate dal Parco Verde e dalle loro famiglie, sulle quali pure la magistratura ha lanciato un atto d’accusa morale. Con un provvedimento ratificato dal Tribunale per i minorenni, le piccole sono state affidate a una casa famiglia. Il pm, in riferimento a una delle bimbe, ha scritto che «era ed è esposta, nell’ambiente familiare, a grave pregiudizio e pericolo per l’incolumità psicofisica». I servizi sociali, si legge, «sono intervenuti in una situazione di chiara emergenza allo scopo di mettere in sicurezza la minore a causa delle condotte dei genitori. Invero – sottolinea ancora la procura – emerge dagli atti che la minore è stata vittima di gravi abusi sessuali da parte di un gruppo di coetanei e che lo stile di vita della minore, che ha ‘favorito’ la perpetrazione del reato ai suoi danni, è senz’altro frutto della grave incuria dei genitori».
domenica, 27 Agosto 2023 - 09:29
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