La contestazione è di concorso in corruzione aggravata. La Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio per 7 indagati, tra i quali Danilo Iervolino, presidente della Salernitana calcio ed editore del settimanale l’Espresso, già patron dell’Università telematica Pegaso. Rischiano il processo anche il segretario generale del sindacato Cisal Franco Cavallaro, 58 anni, di Dinami, in provincia di Vibo Valentia; il segretario generale del Ministero del Lavoro Concetta Ferrari, 64 anni, di Roma; Fabia D’Andrea, 58 anni, di Roma, all’epoca dei fatti vice capo di Gabinetto del ministro del Lavoro; Mario Miele, 57 anni, di Casamarciano (Na); l’avvocato e docente universitario Francesco Fimmanò, 55 anni, di Frattamaggiore (Na); Antonio Rossi, 38 anni, di Marsala (Tp). Il gup ha fissato l’udienza preliminare per il 24 novembre.
Secondo l’accusa Cavallaro, per ottenere la scissione parziale del patronato Encal-Inpal in patronato Encal-Cisal e patronato Inpal, avrebbe corrotto Ferrari e D’Andrea alcuni “favori”. In particolare – d’intesa con Miele -, Cavallaro avrebbe richiesto a Iervolino, 45enne imprenditore originario di Palma Campania (Na), l’assunzione di Rossi (figlio della Ferrari) quale professore della Pegaso. Cavallaro è anche accusato di aver pagato una vacanza a Tropea alla Ferrari e al marito, oltre al noleggio di una barca e regali come una borsa di pregio e una cravatta al marito della Ferrari. In ultimo, avrebbe pure “sponsorizzato” due persone di interesse della D’Andrea.
La scissione parziale del patronato Encal-Inpal in patronato Encal-Cisal e patronato Inpal – ottenuta il 18 gennaio 2018 – ha consentito la conservazione dello status di Patronato con conseguente mantenimento in favore di entrambi delle sovvenzioni pubbliche, delle sedi e del patrimonio in loro possesso. In caso di scissione totale, invece, tali benefici sarebbero stati tutti persi. Parti offese nell’inchiesta il Ministero del Lavoro, il Patronato Inpal e l’Università telematica Pegaso.
Nel corso delle indagini, il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno e il sostituto procuratore Henry John Woodcock avevano chiesto delle misure cautelari per tre indagati (non Iervolino), tutte rigettate dal giudice per le indagini preliminari e dal Tribunale delle Libertà di Napoli. Il rigetto, secondo quanto si apprende, è stato motivato dall’assenza di esigenze cautelari. Il gip ha tuttavia riconosciuto i gravi indizi di colpevolezza.
Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha già eseguito un sequestro preventivo nei confronti del figlio della Ferrari per un importo di oltre 68 mila euro, pari ai compensi netti percepiti come professore dalla Pegaso dal primo aprile 2019 al 10 giugno 2022. L’iscrizione nel registro degli indagati risale a oltre un anno fa.
lunedì, 30 Ottobre 2023 - 19:58
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